Dal Reddito di Cittadinanza al Mia, cosa cambia.

Un cartello informativo di Poste Italiane con il suggerimento di presentarsi secondo l'ordine alfabetico agli sportelli per richiedere il reddito di cittadinanza, Roma 5 marzo 2019. ANSA/GIUSEPPE LAMI
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Il reddito di cittadinanza potrà essere chiesto fino al 31 agosto 2023 e comunque potrà essere erogato al massimo solo fino a fine anno.

Lo si legge nella bozza di testo sul nuovo sussidio contro la povertà che si chiamerà Mia, Misura di inclusione sociale, e sostituirà il Reddito, un provvedimento in 12 articoli che di fatto separa le platee tra famiglie con over 60, minori o disabili e quelle senza queste categorie.

Anche i minorenni con almeno 16 anni saranno tenuti all’obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro nel nuovo sussidio contro la povertà se non impegnati in un percorso di studi. E’ quanto emerge dalla bozza di riforma del Rdc. Nel Mia sono tenuti a questo obbligo “tutti i componenti il nucleo familiare maggiorenni ovvero minorenni che abbiano adempiuto agli obblighi scolastici”. Sono esclusi dall’obbligo i beneficiari della Mia over 60, nonché i componenti con disabilità. Possono essere esonerati dall’obbligo i componenti con carichi di cura (figli minori di tre anni di età o disabili in condizioni di gravità).

Assegni più bassi per i single a meno che siano disabili o over 60 ma anche per le famiglie con minori a causa del cambiamento della scala di equivalenza: è quello che potrebbe accadere con l’introduzione del Mia, la nuova Misura sull’inclusione attiva che dovrebbe sostituire il Reddito di cittadinanza.

Per ora si tratta di una bozza e certamente – come ha spiegato il ministero dell’Economia – non si tratta di un testo definitivo: come dire che i conti potrebbero anche cambiare, e di molto.

Ma, guardando il testo attuale appare che nelle famiglie in cui non ci sono disabili, minori o anziani il tetto massimo dell’assegno sarà inferiore del 25% rispetto ai 500 euro al mese previsti per le famiglie che hanno all’interno queste categorie. Poi i minori usciranno dalla scala di equivalenza e riceveranno una quota fissa di 50 euro al mese, oltre all’assegno unico e universale per i figli a carico.

Ecco alcuni esempi fatti, partendo dalla bozza ora all’esame, tenendo conto dell’importo massimo del sussidio contro la povertà.

In genere l’importo è più basso perché si riceve una integrazione al proprio reddito.
– Madre con due figli minori: con il Reddito di cittadinanza la scala di equivalenza sarebbe stata 1,4 (uno il primo componente, 0,2 per ogni figlio) con un importo massimo di 700 euro (500 per 1,4) mentre con la Mia la stessa famiglia avrebbe 600 euro (500 per la madre e 50 per ogni figlio).
– Madre, padre e due figli maggiorenni. L’importo massimo che adesso è 1.050 euro al mese (1 per il primo componente, 0,4 per ogni altro componente maggiorenne fino a un massimo di 2,1) scenderebbe a 787,5 euro perché nella famiglia non ci sono categorie protette (over 60, anziani e disabili).
– Madre, padre, due figli maggiorenni e uno minorenne. L’importo massimo che ora è di 1.050 euro sale a 1.100 perché il minore è fuori dalla scala di equivalenza e riceve comunque 50 euro. Se i due figli fossero minorenni l’importo scenderebbe dai 900 attuali (500 per 1,8 ovvero 1 +0,4 +0,2+0,2) a 800 con la Mia (ovvero 500 per 1,4 più 100 euro per i due figli).
– Uomo che vive da solo, 45 anni non disabile: l’importo massimo cala da 500 al mese a 375 euro perché non rientra nelle categorie protette. (ANSA)

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