“La riapertura del decreto flussi all’ingresso di assistenti familiari, precedentemente esclusi, rappresenta un passo avanti importante. In Italia la necessità di queste figure è un fenomeno in continua crescita. Per venire incontro alle esigenze delle famiglie italiane ne servirebbero circa 20.000 all’anno – così Alfredo Savia, Presidente di Nuova Collaborazione (Associazione nazionale datori di lavoro domestico) commenta la notizia dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di ieri, del decreto che programma i flussi di ingresso legali nei prossimi tre anni aumentando le quote di ingresso regolare, le categorie professionali e i settori produttivi interessati. “Il comparto del lavoro domestico – prosegue Savia – è stato sempre escluso da politiche e interventi strutturati e continuativi nel tempo. Ma dobbiamo pensare che invece badanti, colf e babysitter, rappresentano una leva di welfare fondamentale per il nostro Paese. Considerato l’elevato tasso di denatalità e l’aumento della popolazione anziana, le famiglie si ritrovano da sole a dover svolgere attività di caregiver nei confronti dei bambini piccoli o dei familiari non autosufficienti. Come associazione datoriale, facciamo appello alle Istituzioni affinché comprendano sempre flussi migratori continuativi e annuali, con quote riservate ai lavoratori domestici, vista la costante necessità di questi lavoratori nel settore”.
I numeri del lavoro domestico:
Secondo gli ultimi dati dell’Inps, presentati insieme a Nuova Collaborazione, nel 2022 il numero dei lavoratori del comparto domestico è stato pari a 894.299. Il maggior numero di lavoratori domestici stranieri, precisamente 140.656, lavora in Lombardia (22,6% del totale domestici stranieri) a seguire il Lazio (15,9%) e l’Emilia-Romagna (10,1%). In riferimento alla tipologia di rapporto più comune per questa categoria è quella di “Colf” che interessa il 52% del totale, seguita da quella di “Badante” con il 48%.