da Il Giornale delle Partite Iva
Dl Fisco, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale si guarda alla legge di bilancio. In effetti il Dl fisco è un antipasto di ciò che sarà la legge di bilancio o ciò che conterranno altri Dl collegati alla manovra. Per le valutazioni di merito sul Dl fisco abbiamo intervsitato Riccardo Alemanno, Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi e Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulla Fiscalità di Confassociazioni
TESTO DL FISCO APPROVATO IN CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 20/10 Download
Nel DL fisco ormai legge molti i provvedimenti ma ancora poca chiarezza . 8 sanatorie e un condono. Quanto sono chiari i termini? C’è ancora confusione o nell’ultima stesura si sono fatti passi avanti?
Riccardo Alemanno – Il testo definitivo del Dl fiscale, assegnato alla Commissione finanze e tesoro del Senato, permette finalmente di fare valutazioni più oggettive, ma i 9 articoli che includono tutti i provvedimenti sulla “pacificazione fiscale” hanno ancora necessità di chiarimenti e di modifiche, se da un lato i termini temporali per usufruire delle varie sanatorie sono definiti, salvo variazioni, occorrono chiarimenti in particolar modo sulla dichiarazione integrativa speciale e sulla rottamazione a stralcio delle somme iscritte a ruolo per i soggetti in effettiva difficoltà economica, non sarà semplice individuare con oggettività la situazione di difficoltà dei singoli contribuenti. Ma le sanatorie, i condoni, le rottamazioni, sono sempre stati e sempre saranno strumenti discriminanti e questo al di là dell’aspetto etico che evidentemente infastidisce, usando un eufemismo, la platea dei contribuenti corretti. L’importante sarebbe che a fronte di una così vasta tipologia di sanatorie/condoni, si vadano ad eliminare le cause che hanno condotto a tale stato di cose, al di là della crisi economica, e cioè la farraginosità delle norme, l’eccesso di burocrazia, la pressione fiscale e contributiva, se non si interverrà in modo profondo e deciso, tra alcuni anni si porranno le stesse problematiche. Segnali di volontà di cambiamento in tal senso ci sono, apprezzabili le semplificazioni e le modifiche sulla fatturazione in rapporto anche all’introduzione obbligatoria di quella elettronica, ma non bastano più interventi spot, occorrono interventi strutturali che mettano al centro il contribuente e non gli interessi di singole categorie. Per fare ciò, oltre le capacità e le competenze sul cosa e sul come intervenire, occorrerà tempo e determinazione.
Sul reperimento delle risorse per finanziare i provvedimenti si è parlato di taglio alle detrazioni? Le risulta e se si come?
Riccardo Alemanno – Al di là dell’utilizzo di un maggior deficit, si sono susseguite ipotesi che vanno dal taglio delle detrazioni più ricorrenti come spese sanitarie o interessi sui mutui, tagli su strumenti di abbattimento dell’imponibile tassabile come l’ACE, cancellazione di tipologie di tassazione come l’IRI l’imposta più paradossale di sempre, lo scorso anno sospesa con effetto retroattivo quando era ormai applicabile, oggi probabilmente cancellata, ma su ciò occorre estrema prudenza perchè su questi temi ragionare per ipotesi rischia sempre di creare ulteriore confusione e diffidenza, invece abbiamo bisogno di fiducia e chiarezza. Quando si avranno i testi anche su questi interventi si potranno fare valutazioni e dare giudizi, personalmente auspico anche interventi su tagli alle spese improduttive e l’ottimizzazione dei costi per la gestione delle cosa pubblica, anche se bisogna evidenziare che la complessità gestionale dei vari comparti è oggettivamente estremamente difficile, un’ impresa titanica oggi come ieri.
Per le partite iva, a partire dal regime forfettario quali sono i punti salienti che cambiano le norme precedenti?
Riccardo Alemanno -In effetti ciò che viene presentata come l’introduzione della flat tax è una rivisitazione del regime fiscale forfettario, che però si rivolge solo a persone fisiche imprese o professionisti che siano, un po’ pochino se si pensa che l’introduzione della flat tax avrebbe dovuto creare quello shock positivo sull’ economia. Ciò detto, in teoria con l’innalzamento del limite dei ricavi a 65 mila euro dovrebbero aumentare i soggetti che potranno aderire a tale tipologia di tassazione. Ovviamente si dovrà anche qui attendere la norma definitiva, poiché dovrebbero essere eliminati alcuni paletti come i riferimenti al contestuale lavoro dipendente o l’utilizzo di dipendenti oltre i 5 mila euro annui ed introdotti altri come il divieto di avere quote di una Srl indipendentemente che sia tassata per trasparenza o meno. Inoltre sarà interessante verificare se le percentuali di forfetizzazione dei costi saranno modificate a favore del contribuente o meno. Insomma per la necessaria valutazione, che è sempre soggettiva per la scelta del regime forfettario, attendiamo i dati definitivi e non basiamoci sulle indiscrezioni. Poi sarà la volta di noi consulenti intermediari fiscali, che dovremo indirizzare e consigliare per il meglio i nostri assistiti e che per una volta torneremo a fare consulenza anziché essere meri compilatori del mare magnum di modulistica che quotidianamente dobbiamo predisporre, controllare ed inviare per conto della nostra utenza.
Questo dl fisco a suo parere complessivamente che segno ha? Quali critiche ritiene essere più centrate e quali i punti positivi?
Riccardo Alemanno -Ho partecipato ad incontri ed audizioni con le istituzioni di governo e parlamentari ed ho riscontrato la volontà di intervenire, di semplificare e di rendere il rapporto fisco-contribuente più in linea con le aspirazioni di una nazione civile, ma come già ribadito la complessità normativa non aiuta e le aspettative dei cittadini contribuenti sono pressanti. Al di là del DL fiscale che ha mostrato i suoi contenuti, attendo di vedere il testo della legge di bilancio ed eventuali altri decreti di accompagnamento che saranno presentati dal governo, soprattutto per quanto concerne gli interventi sull’Ires, l’estensione della cedolare secca, l’avvio della c.d. flat tax anche se più che ridimensionato rispetto agli annunci primaverili, il reddito di cittadinanza, che però è uno strumento che non mi affascina avrei preferito che gli incentivi per la formazione transitassero tramite i potenziali datori di lavoro, inoltre di grande interesse saranno gli investimenti derivanti dagli annunciati 15 miliardi di euro che dovrebbero dare un impulso alla crescita compensando l’utilizzo del deficit di bilancio e le modifiche al sistema previdenziale. Quindi segno positivo per le intenzioni, ma inevitabilmente debole nella realtà, per una riforma strutturale occorrono tempo e pazienza, oggi invece si propende per il tutto e subito. Voglio però essere ancora fiducioso, soprattutto nella parte sana e produttiva del nostro Paese che è la maggioranza, e poi come diceva Albert Einstein “ É meglio essere ottimisti ed avere torto piuttosto che pessimisti ed avere ragione”.