Il Governo Italiano con il Dpcm del 22 marzo ha ordinato ulteriori restrizioni sia per i cittadini che per le aziende: i cittadini devono tassativamente rimanere in casa per evitare il contagio da Covid-19 mentre le aziende, le cui attività non sono strettamente necessarie, devono restare chiuse.
Eppure, moltissime aziende, ad oggi, considerata l’ambiguità del suddetto decreto, non sanno se debbano fermarsi o meno.
Per queste motivazioni, al fine di ridurre al minimo il rischio contagio, il governo chiarisca e metta in campo tutte le azioni possibili senza perdere ulteriore tempo.
Tutte le aziende che ad oggi non hanno adempiuto alle disposizioni sanitarie e comportamentali previste dal Dpcm del 14 marzo, vanno chiuse!
Il fattore tempo è vitale, non possiamo aspettare oltre:
Confermiamo lo stato di agitazione in tutto il paese, invitando le strutture territoriali a proclamare scioperi laddove riscontrassero la carenza delle misure precauzionali previste dal dcpm 14 marzo o la mancata chiusura di aziende le cui attività non risultino necessarie.
“In questo momento faccio un accorato appello a Cgil Cisl e Uil per concordare con il Governo la fermata di tutte le attività produttive e dei servizi non essenziali al funzionamento del Paese. Basta ai tentennamenti del Governo e a concessioni di attività non fondamentali. Il risultato di questa situazione è stato quello di creare un clima di becera speculazione sindacale per mero consenso. Bisogna mettere fine a questa strage ignobile. Dobbiamo combattere il nemico vero, il Coronavirus, salvaguardando i lavoratori e le imprese”. Così dichiara Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, poco prima dell’incontro in programma tra Governo e Cgil Cisl e Uil.