La liquidità continua a rappresentare la forma di allocazione di risparmio preferita dagli italiani, in quanto riparo più sicuro nonostante l’inflazione e la bassa remunerazione, anche se sta crescendo l’esigenza di una maggiore diversificazione verso fondi comuni e polizze assicurative.
E’ quanto emerge da un’analisi del sindacato bancario Fabi sul risparmio degli italiani sugli ultimi dieci anni.
Con una ricchezza finanziaria complessiva cresciuta a fine 2021 di quasi il 50% a oltre 5.256 miliardi di euro, la liquidità – contante e depositi bancari – ammonta a 1.629 miliardi e corrisponde al 31% del portafoglio complessivo delle famiglie, una percentuale stabile rispetto a dieci anni prima, evidenzia lo studio della Fabi.
Sale la quota di risparmio dirottata in azioni e polizze assicurative, rispettivamente il 23,8% e il 23,1% rispetto al 19% circa, mentre la percentuale di fondi comuni si attesta al 14,7% con una forte crescita rispetto al 6% del 2010, grazie alla sempre maggiore ricerca di investimenti equilibrati e prudenti.
Crolla invece il peso delle obbligazioni, passate dal 20% del 2011 al 4% del totale degli investimenti e delle riserve delle famiglie.
Nel confronto europeo l’Italia tuttavia non primeggia quanto a scelta primaria della liquidità negli asset finanziari delle famiglie. In Germania e Spagna, ad esempio, la quota di risparmio investita in depositi e azioni si attesta rispettivamente al 39,2% e al 36,4% a fronte di una media Ue del 33,6%.
Primato italiano, invece per quanto riguarda la preferenza verso i titoli di stato, con un quota del 4,3% del totale, rispetto a una media europea dell’1,6%.