Fisco, novità concordato rinnovabile

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Dal 2024 arriva il concordato preventivo biennale. Che raddoppia. L’agevolazione, che permetterà ai contribuenti e alle PMI – con riflettori su autonomi e partite iva – di pagare tasse accordate con Fisco per i due anni successivi, alla scadenza del biennio potrà essere rinnovata.

Il beneficio in questione permette di “congelare” le tasse dovute per un biennio, indipendentemente da quelli che sono i fatturati; è una scelta che conviene sicuramente a chi pensa che nei due anni successivi andrà a guadagnare di più rispetto ai precedenti. Al contrario, invece, diventa sconveniente per chi ha un calo del fatturato e dei guadagni, visto che si troverà a pagare più tasse rispetto alle entrate reali.

Di concordato preventivo, però, si parla ormai da diversi mesi. La vera novità al riguardo è che sarà possibile, conclusi i primi due anni, rinnovarlo per un ulteriore biennio.

Come spiega Money.it, per il 2024 – primo anno di attuazione – l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione del contribuente la proposta di adesione al concordato dal mese di aprile. Quando la misura sarà a regime, invece, la proposta sarà disponibile dal 15 marzo. Il contribuente, poi, per il 2024 ha tempo fino a luglio per decidere se aderire o no, mentre a regime ci sarà tempo fino a giugno.

Trascorsi i primi due anni, quando termina la prima proposta di concordato preventivo, l’Agenzia delle Entrate potrà avanzare una nuova proposta per i successivi 2 anni; il contribuente, da parte sua, potrà decidere di aderire oppure no.

Si ricorda che per i contribuenti ISA è possibile accedere al concordato preventivo biennale solo in presenza di “ottimo voti” (minimo otto). Per chi ha votazioni inferiori, però, non c’è da disperare, visto che per aderire si potrà provare a migliorare il proprio voto integrando la documentazione che possa portare ulteriori componenti positivi non risultanti dalle scritture contabili di cui il Fisco è a conoscenza.

L’esclusione dal concordato preventivo biennale è prevista quando:

– non si è presentata anche una sola dichiarazione dei redditi nel triennio precedente

– nel caso di aver ricevuto condanne per reati fiscali.

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