Venerdì 15 marzo alle 9 la Fondazione Banco di Napoli ospita il workshop internazionale “Integrazione economica e sociale degli immigrati e dei rifugiati”, organizzato congiuntamente con il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche (DISES) dell’Università di Napoli Federico II e il Centro Studi di Economia e Finanza (CSEF).
Al centro dell’incontro tre studi di grande rilevanza: l’impatto dell’immigrazione sull’occupazione e sui salari nel mercato del lavoro dei paesi di arrivo degli immigrati, gli effetti delle politiche di immigrazione e di integrazione sugli standard di vita e sull’inserimento di immigrati e rifugiati, gli effetti della migrazione sulla salute e sullo sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini immigrati.
Partecipano esperti provenienti da tutto il mondo, tra cui: Marco Pagano (Università Federico II), Christian Dustmann (University College London), Tommaso Frattini (Università degli Studi di Milano), Roberto Nisticò (Università Federico II), Dany Bahar (Brown University). Al termine è in programma una tavola rotonda presieduta dal giornalista inglese Bill Emmott (Istituto Internazionale per gli Studi Strategici), già redattore capo The Economist. Intervengono: Maria De Paola, Professore dell’Università della Calabria e dirigente presso la Direzione Centrale Studi e Ricerche INPS; Tito Boeri, Professore Ordinario di Economia del Lavoro presso l’Università Bocconi, saggista, editorialista ed ex-presidente INPS; Stefano Scarpetta, direttore per l’impiego, il lavoro e gli affari sociali all’OCSE.
Gli altri temi della giornata di lavori: l’impatto dell’immigrazione sull’occupazione e sui salari nel mercato del lavoro dei paesi di arrivo degli immigrati, e gli effetti delle politiche di immigrazione e di integrazione sugli standard di vita e sull’inserimento di immigrati e rifugiati.
«La Fondazione Banco di Napoli – commenta il Presidente Orazio Abbamonte – ha avviato un ciclo di incontri scientifici di livello internazionale su tematiche che si presentino non soltanto attuali, ma centrali per il futuro globale. E certamente i riflessi di potentissimi fenomeni come quelli migratori sulle strutture e le dinamiche dell’economia capitalista, costituiscono un tema con cui è necessario confrontarsi ai più alti livelli di riflessione scientifica. È un altro dei registri lungo i quali la Fondazione sta cercando di collocarsi per essere non solo partecipi, ma anche protagonisti di processi di conoscenza, di analisi decisivi per il futuro del mondo».