Nei 15 anni di attività di FondItalia, la Campania si è dimostrata tra le regioni italiane dove l’attenzione alla formazione continua dei lavoratori è stata intrapresa, dalle aziende del territorio, con costanza e partecipazione. Da luglio 2009 – primo mese in cui è stato possibile effettuare l’adesione al Fondo –, infatti, sono state 19.885 le imprese campane che hanno aderito a FondItalia per un totale di oltre 102mila lavoratori, con una percentuale pari al 12% dei lavoratori e l’13% delle aziende aderenti a FondItalia, seconda soltanto alla Puglia e prima della Lombardia. È quanto emerge dai dati del Rapporto FondItalia 2024, redatto e pubblicato con cadenza biennale dal Fondo, per presentare le attività svolte relazione all’andamento della formazione continua nel nostro Paese e presentato questa mattina nella Sala della Loggia in Castel Nuovo “Maschio Angioino” durante la quinta tappa del roadshow organizzato da FederTerziario Napoli in collaborazione con UGL Napoli e promosso dal FondItalia.
«Il 72% delle imprese campane non aveva aderito ad altri Fondi prima di aderire a FondItalia. Più della metà delle micro e piccole imprese aderenti ha realizzato, grazie al contributo del Fondo, percorsi formativi a beneficio dei propri dipendenti – ha sottolineato il Direttore del Fondo Egidio Sangue -. È con soddisfazione che costatiamo la capacità dimostrata da FondItalia nel saper intercettare le esigenze del tessuto produttivo delle micro e piccole imprese e nel poter garantire, attraverso il finanziamento delle attività formative, la valorizzazione del capitale umano a disposizione a sostegno della propria competitività. Il calo demografico che stiamo vivendo –ha aggiunto Sangue– che aggraverà nel futuro prossimo la già preoccupante scarsità di forza lavoro nel nostro paese, nonché i processi di transizione ecologica e digitale in corso che rischiano di rendere obsolescenti le competenze dei lavoratori in molti comparti, impongono un impegno serio e strutturato sull’aggiornamento delle competenze dei lavoratori, per riqualificare il capitale umano e non disperderne le capacità. La questione dell’aggiornamento delle competenze deve necessariamente coinvolgere anche i datori di lavoro, perché sono loro che guidano le aziende e come tali devono poter essere costantemente aggiornati. Ormai da qualche tempo, fra le proposte formulate da FondItalia, c’è quella di inserire nei percorsi di formazione finanziata anche gli imprenditori. Presentare il Rapporto 2024 sui territori – conclude il Direttore di FondItalia – è per noi un’enorme opportunità per cogliere più da vicino le esigenze e le particolarità dei tessuti produttivi locali in modo da comprendere quali possono essere i migliori strumenti da mettere a disposizioni delle imprese e dei lavoratori».
Andando nel dettaglio del Rapporto FondItalia 2024, il 92% delle imprese campane che hanno aderito a FondItalia sono “microimprese”, ossia con meno di nove dipendenti (per un totale di oltre 51mila lavoratori) mentre il 7% sono piccole imprese con un numero di dipendenti compresi tra le 10 e le 49 unità (per un totale di poco più di mille dipendenti). La provincia più rappresentata è quella di Napoli con il 36% delle imprese e il 40% dei lavoratori, seguita da Salerno, con il 27% di imprese e il 26% di lavoratori, e Caserta, con il 22% di imprese e il 21% di lavoratori. Commercio (28%), costruzioni (16%), servizi di alloggio e ristorazione (12%) e manifatturiero (12%) i settori più rappresentati dalle imprese aderenti. Oltre 11,2 milioni di euro i contributi complessivamente concessi, dal 2010 al 2023, alle imprese campane aderenti da parte di FondItalia. La provincia che ha maggiormente beneficiato dei contributi è stata quella di Napoli (per il 36%), seguita da quella di Caserta (31%) e quella di Salerno (23%).
Nell’ambito dell’iniziativa, promossa dal FondItalia e organizzata da FederTerziario Napoli in collaborazione con UGL Napoli, si è tenuta una tavola rotonda sulle nuove frontiere della formazione alla quale hanno preso parte Luca Malcotti (Segretario ULG Terziario Nazionale), Gianpaolo Basile (Responsabile relazioni istituzionali FederTerziario), Severino Nappi (Consigliere regionale), Ciro Toma (Direttore vicario INPS Regione Campania), Egidio Sangue (Direttore FondItalia). Al centro del dibattito alcuni temi centrali nell’attualità economica del paese: la qualificazione e la riqualificazione dei lavoratori, le scarse prospettive di crescita dei giovani nelle aziende, l’urgenza di rendere più dinamico il mercato del lavoro, la necessità di fare rete per piccole e microimprese, e l’urgenza di pensare gli investimenti in formazione come elemento strategico di crescita economica, in particolare del Mezzogiorno.
«La vera sfida per il nostro paese e per il Sud è un investimento serio nella formazione – ha dichiarato il consigliere Severino Nappi nel corso della tavola rotonda – e per questo un fondo interprofessionale rivolto al Mezzogiorno, come lo è FondItalia, è fondamentale per la crescita del tessuto economico. Consentire alle piccole imprese di ricevere supporto per la formazione significa garantire la qualità delle stesse. Il tema della formazione – ha proseguito Nappi – è stato clamorosamente dimenticato: paghiamo il prezzo della totale assenza di una visione strategica, investendo molto in assistenza e trascurando la formazione di qualità». Nappi ha sottolineato inoltre la necessità per gli enti bilaterali a «diventare protagonisti delle politiche attive del lavoro», poiché «già culturalmente attrezzati per interloquire con le imprese, fornendo loro indirizzi strategici».
Le conclusioni dei lavori sono state affidate al Segretario di FederTerziario Alessandro Franco e al Segretario UGL Francesco Paolo Capone. «Nei 30 anni di attività di FederTerziario – ha detto Alessandro Franco – abbiamo sempre sostenuto le aziende associate nei molteplici fronti della quotidianità, privilegiando lo strumento della formazione che costituisce un elemento essenziale per rafforzare la posizione competitiva nei mercati nazionali e internazionali e per costruire adeguatamente quelle competenze necessarie per seguire le opportunità della transizione digitale, ecologica e globale. I numeri di oggi – ha concluso – confermano il flusso di questo nostro lavoro che si sviluppa anche attraverso FondItalia, perché crediamo che la formazione stia alla base delle prospettive di futuro delle nostre imprese, sia per coloro che già lavorano che per le nuove leve».
«FondItalia – ha concluso il Segretario di UGL Capone – offre alle piccole e microimprese risposte e soluzioni alle quali, in Italia, nessuno offre. Aziende che per competere sul mercato nazionale, e a maggior ragione internazionale, hanno bisogno di completare, migliorare e aggiornare costantemente le competenze dei propri lavoratori. La tecnologia non si ferma, il mercato del lavoro non si ferma e perciò non può fermarsi la formazione, come sottolineato dalla campagna “La Formazione non si ferma” che il Fondo sta promuovendo» ha concluso Capone.