Fca e Psa ‘progettano di unire le forze per creare un leader mondiale in una nuova era della mobilità sostenibile’. Il nuovo gruppo che nascerà dalla fusione sarà controllato al 50% dagli azionisti del gruppo Psa e al 50% dagli azionisti di Fca. ‘Sinergie annuali a breve termine stimate in circa 3,7 miliardi di euro, senza chiusure di stabilimenti’.
L’aggregazione creerebbe il quarto costruttore automobilistico al mondo in termini di unità vendute (8,7 milioni di veicoli), con ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro e un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi di euro. John Elkann sarà presidente, Carlos Tavares ceo e membro del consiglio di amministrazione. Nel board 5 consiglieri a testa, più Tavares.
Si sposano Fca e Psa, sara’ un “matrimonio alla pari”
Schizza il titolo di Fiat Chrysler in apertura della giornata di contrattazioni a Wall Street, guadagnando oltre il 7%. Il titolo di Peugeot perde invece oltre l’11%.
“La fusione proposta – dice Mike Manley, ad di Fca, in una lettera ai dipendenti – va oltre i numeri e le sinergie. Intendiamo unire due aziende con la stessa visione, lo stesso livello di apertura e fiducia l’uno nell’altro”.
Per il premier Giuseppe Conte “è un’operazione di mercato, non posso giudicare l’accordo ma quello che preme al governo è che sia assicurato il livello di produzione e quello di occupazione in Italia e quindi la continuità aziendale”.
Secondo gli analisti di Equita, la fusione Fca-Psa “è un deal positivo che oltre a migliorare il profilo di rischio permette di beneficiare delle rilevanti sinergie industriali altrimenti non ipotizzabili e ottenere un premio nella valutazione. L’operazione potrebbe avere un impatto positivo anche sui rating di FCA, attualmente Ba2 (Moodys) / BB+ (S&P) and BBB- (Fitch), per cui un upgrade di un notch da parte di S&P farebbe scattare l’inclusione dei bond FCA negli indici di credito Investment Grade. Già ieri S&P – ricordano gli analisti – aveva definito positivamente le implicazioni del deal sul profilo di credito di FCA”.
Prima del perfezionamento dell’operazione Fca distribuirebbe ai propri azionisti un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro e la propria partecipazione in Coma. Peugeot distribuirebbe ai propri azionisti la partecipazione del 46% in Faurecia.
“Sinergie annuali a breve termine stimate in circa 3,7 miliardi di euro, senza chiusure di stabilimenti“, è uno degli obiettivi che si raggiungerebbero con la creazione del nuovo gruppo.
L’operazione porterà alla nascita del quarto costruttore al mondo con 8,7 milioni di auto vendute alle spalle di Gm, Volkswagen e l’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Oltre 400.000 i dipendenti. Il fatturato sfiorerà i 200 miliardi di euro. (SCHEDA: i numeri delle due società)
“Sono contento di avere l’opportunità di lavorare con Carlos e il suo team su questa aggregazione che hai potenziale per cambiare il settore”. è il commento di Mike Manley, attuale amministratore delegato di Fca sull’intesa con Psa. “Abbiamo una lunga storia di cooperazione con Group Psa e sono convinto che, insieme a tutte le nostre persone, potremo creare una società leader nella mobilità a livello globale“, aggiunge Manley.
Il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, “accoglie favorevolmente” il progetto di fusione tra Psa e Fiat Chrysler (Fca) ma lo Stato francese, azionista di Psa, resterà “particolarmente vigile” sulla tutela dell’apparato industriale in Francia: è quanto si legge in una nota diffusa dal ministero francese dell’Economia.
“Si conferma una propensione europea ed un grande gigante potenzialmente europeo che è nella linea di ciò che sosteniamo”, ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a Bolzano, commentando le notizie sulla fusione tra Fca e Psa. “Occorre considerare la concorrenza in Europa non solo in chiave nazionale – ha aggiunto Boccia – Abbiamo bisogno di giganti europei per affrontare le sfide con Cina e Usa”. La fusione, ha concluso, darebbe vita ad “una dimensione aziendalistica interessante”.
“C’è una fortissima preoccupazione per gli stabilimenti. In Italia c’è una capacità produttiva installata di 1,5 mln di auto, ma ne vengono prodotte meno della metà. I nostri stabilimenti sono pieni di cassintegrati, la fusione è molto rischiosa”, così Francesca Re David, segretario generale Fiom Cgil questa mattina a Radio anch’io, Rai Radio1, secondo quanto riporta una nota della trasmissione. (ANSA)
“Apprendiamo con favore l’iniziativa dei due colossi produttori automobilistici, Groupe PSA e FCA, che stanno progettando di unire le forze per creare un leader mondiale in una nuova era della mobilità sostenibile. Il Consiglio di Sorveglianza di Peugeot S.A. e il Consiglio di Amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles in effetti hanno concordato all’unanimità di lavorare a una piena aggregazione dei rispettivi business tramite una fusione paritetica (50/50): per l’Ugl è sinonimo di una lungimiranza, veduta lunga in una discussione capace di aprire la strada alla creazione di un nuovo gruppo di dimensioni e risorse globali”.
Ad affermarlo è il segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, commentando il press release diramato unitariamente da Peugeot S.A. e Fiat Chrysler Automobiles per il quale, “se tale matrimonio andasse in porto, potrebbe dare vita a uno ( il 4°) dei principali produttori di auto nel mondo in termini di fatturato, volumi, redditività e tecnologia, portando a fronte di ben determinate condizioni ad una nuova evoluzione, strategica, dei marchi, dove l’Ugl vedrebbe una positiva opportunità per i lavoratori di entrambi i Gruppi. La svolta FCA e la fusione con Peugeot S.A. delineerà il futuro e rafforzamento degli stabilimenti del gruppo Fiat Chrysler Automobiles in Italia e, soprattutto, dirà quali prodotti potrebbero essere ancora a loro assegnati: concentreremo la nostra massima attenzione e a breve, capiremo veramente qual è l’idea chiara delle intenzioni della Fca e su cosa deciderà. Per l’Ugl – conclude Spera – se da un lato esprimiamo ottimismo su tale importante operazione, dall’altro lato saremo attenti e vigili sulla riconferma degli stabilimenti, il mantenimento dei livelli occupazionali, la determinazione a rilanciare il nostro marchio made in Italy, che per la nostra o.s. continuano prioritariamente ad essere ribaditi”.