Graded, software di e-procurement per abbandonare i faldoni cartacei.

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Centralizzazione e maggiore fruibilità dei dati, immediatezza delle informazioni, snellimento dei processi aziendali, tracciabilità e monitoraggio dello stato di evasione degli ordini. E ancora: ottimizzazione del processo di ricerca del fornitore attraverso la comparazione istantanea dei prezzi tra storico e mercato online, automazione e interattività grazie all’inoltro della richiesta di preventivo e a una chatbot, controllo dell’ammontare di spesa per singolo budget di commessa con la possibilità di individuare in real time inefficienze o ritardi.

Graded, società partenopea attiva da 60 anni nel mercato della progettazione, realizzazione e gestione di impianti di produzione di energia ad alta efficienza, prosegue con il processo di trasformazione digitale mandando in soffitta la gestione manuale degli acquisti assieme a pile di documenti cartacei. E lo fa grazie a un software di intelligenza artificiale al quale stanno lavorando in azienda, assieme al team interno, dallo scorso 15 aprile, due studenti della seconda edizione di “Digita”, l’Academy del Polo universitario di Napoli Est nata dalla partnership tra l’Università Federico II e Deloitte Digital.

Il progetto è stato presentato questa mattina, presso il Campus Universitario di San Giovanni a Teduccio, in occasione del Roadshow e del Graduation Day organizzati per la chiusura dell’anno accademico. Presenti all’appuntamento, assieme ai due giovani studenti ospitati in Graded, Gennaro Ardolino e Carmela Palummo, l’amministratore delegato dell’azienda, Vito Grassi con il fratello Federico, la responsabile organizzativa e operativa, nonché coordinatrice del progetto, Ludovica Landi, e il tutor Alessandro Buscemi.

“Il nuovo software – spiega Landi – oltre all’automazione dell’Ufficio Acquisti, con notevoli benefici in termini di rapidità delle scelte e riduzione delle attività a basso valore aggiunto, avrà importanti ricadute anche all’interno dell’organizzazione aziendale. L’E-procurement ci sta consentendo, infatti, di passare da una visione “a silos”, in cui ciascun dipendente elabora e svolge le proprie attività, a una visione “integrata”, in cui le diverse entità aziendali sono connesse. E’ una svolta di carattere culturale prima ancora che sul fronte della trasformazione digitale”.

“Viviamo una realtà che si innova giorno per giorno, ora per ora. Dobbiamo essere capaci di adeguare costantemente il nostro modo di affrontarla e, per farlo, dobbiamo dotarci della strumentazione più idonea – dice Vito Grassi -.  Un risultato che le aziende possono raggiungere se sono in grado di valorizzare il connubio virtuoso tra ricerca, saperi e mondo dell’impresa. Lo sta dimostrando la grande scommessa del Polo di San Giovanni a Teduccio, esperienza d’eccellenza ampiamente riconosciuta a livello non solo europeo.  La sfida ora – conclude Grassi – è far diventare grande, esplosivo, un fenomeno che al momento è, per così dire, ancora a uno stato embrionale: la ricaduta di questa grande concentrazione di cervelli a beneficio del territorio circostante. Ci dobbiamo credere, ma dobbiamo anche fare di tutto perché questa sfida possa esse vinta”.

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