Ilva, ArcelorMittal vuole rescindere. Sindacati preoccupati. Spera (Ugl): Governo si faccia garante.

Un'immagine dei lavoratori all'esterno degli stabilimenti dell'Ilva di Taranto, 10 settembre 2018. ANSA/INGENITO
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Il gruppo angloindiano ArcelorMittal ha notificato ai commissari straordinari dell’azienda la volontà di rescindere l’accordo per l’affitto con acquisizione delle attività di Ilva Spa e di alcune controllate, acquisite secondo l’accordo chiuso il 31 ottobre

“Secondo i contenuti dell’accordo” del 31 ottobre 2018 ArcelorMittal “ha chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la responsabilità delle attività di Ilva e dei dipendenti entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione”

Alle 15.30 i ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico), Giuseppe Luciano Provenzano (Sud), Sergio Costa (Ambiente) terranno un incontro al Mise sul futuro del gruppo Ilva. Al vertice – secondo quanto risulta all’ANSA – potrebbe aggiungersi il ministro dell’economia Roberto Gualtieri.

Oltre al mancato scudo legale e ai provvedimenti del tribunale di Taranto, argomenta ArcelorMittal, anche “altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà di ArcelorMittal, hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto”. “Tutte le descritte circostanze attribuiscono alla Società anche il diritto di risolvere il Contratto in base agli applicabili articoli e principi del codice civile italiano”.

I sindacati sono allarmati. “Apprendiamo la notizia della volontá di ArcelorMittal di comunicare ai commissari la volontà di recedere il contratto. Significa che partono da oggi i 25 giorni per cui lavoratori e impianti ex Ilva torneranno all’Amministrazione Straordinaria. Tra le motivazioni principali, il pasticcio del Salva-imprese sullo scudo penale. Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non disinnescare bomba ambientale e unire bomba sociale”, afferma il segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli.

La decisione di ArcelorMittal è “inaccettabile. L’incontro con il governo, che chiediamo da settimane, diventa ormai urgentissimo”, afferma la segretaria generale della Fiom-Cgil, Francesca Re David, in una nota. “Una decisione che assume un carattere grave per le conseguenze industriali, occupazionali e ambientali. È da tempo che noi evidenziamo forti preoccupazioni rispetto alla realizzazione dell’accordo. Il comportamento del governo è contraddittorio e inaccettabile: con il Conte 1 ha introdotto la tutela penale parallela agli investimenti e con il Conte 2 ha cancellato la stessa norma dando all’azienda l’alibi per arrivare a questa decisione”, sostiene Re David. Da parte sua “l’azienda deve chiarire quali siano sue intenzioni rispetto dell’accordo e al piano di investimenti. In occasione dell’incontro fissato per stasera con la presidenza del Consiglio, la Cgil porrà la questione dell’ex Ilva come una priorità”, conclude la leader della Fiom.

“Il gigante dell’acciaio Arcelor-Mittal ha annunciato il recesso dall’ex Ilva e per l’Ugl siamo fortemente preoccupati: rivendichiamo rispetto e diritti, a tutela dei lavoratori che rappresentiamo”.

Lo dice Antonio Spera, segretario generale UGL Metalmeccanici alla notizia dell’abbandono e risoluzione del contratto da parte della Arcelor-Mittal.

“E’ sempre indispensabile la convocazione presso il ministero dello Sviluppo Economico e la presenza del ministro Patuanelli  – prosegue Spera – affinché mai come d’ora si avvii un confronto e mettere in campo un atto di responsabilità nei confronti del polo siderurgico più grande d’Europa. La nostra o.s. Ugl ha come obiettivo quello di garantire il rispetto degli investimenti per l’ambientalizzazione del sito di Taranto e tutti i livelli occupazionali, come previsto dall’accordo del 2018 ossia che la Arcelor-Mittal acquisiva (o meglio, affittava) tutte le attività di Ilva Spa: vale a dire, oltre all’acciaieria tarantina, anche gli insediamenti di Novi Ligure e Cornigliano. Arcelor-Mittal non ha voluto aspettare, – conclude il sindacalista Spera – e i motivi del recesso
sembrerebbero legati all’eliminazione della ‘protezione legale’ dal 3 novembre necessaria alla società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale, giustificando la comunicazione di recesso. Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione e lo sconcerto per l’annuncio da parte di Arcelor Mittal del disimpegno sull’azienda. Non si perda tempo: il territorio e i migliaia di lavoratori Italiani hanno bisogno di risposte e certezze sul loro futuro”.

 

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