Imprese e cambiamento climatico, l’incontro alla Fondazione Banco di Napoli.

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Nuovo Sos per gli effetti del cambiamento climatico, questa volta sul versante economico: alluvioni e frane sono in aumento, la capacità di adattarsi dovrà essere la risposta più urgente e anche una maggiore responsabilizzazione, oltre che delle istituzioni, anche dei singoli potrà dare una mano per contrastare questi fenomeni.

L’Italia, e il Meridione in particolare, hanno un’elevata esposizione ai rischi idrogeologici per ragioni sia naturali, che antropiche.

Le imprese micro e piccole, localizzate in comuni colpiti da frane e alluvioni, hanno in media una probabilità di fallimento superiore del 4,8 % rispetto alle aziende situate in centri non colpiti. Le aziende, invece, sopravvissute a disastri ambientali, registrano nei tre anni successivi all’evento un calo del fatturato pari al 4,2 % e un calo dell’occupazione pari all’1,9%. Sono alcune delle indicazioni emerse dalle ‘analisi di sopravvivenza’ e della ‘performance’ del Rapporto “Gli effetti del cambiamento climatico sull’economia italiana”, curato dalla Banca d’Italia e discusso in un incontro promosso dal Dipartimento di Studi Economici e Giuridici dell’Università Parthenope e dalla Fondazione Banco di Napoli, che ha anche ospitato la presentazione. Un evento – al quale hanno partecipato economisti e docenti universitari – coordinato da Elisabetta Marzano, presidente del Comitato organizzativo della Conferenza Iaere (Italian association of environmental and resource economists) 2023 in programma domani e dopodomani nell’Università Parthenope.

Inoltre, dallo studio di Francesco David della Banca d’Italia, relativo all’impatto degli eventi idrogeologici sulle imprese italiane, risulta che gli effetti sono più intensi nel Mezzogiorno e in particolare nelle aree rurali, quelle meno intensamente popolate, che sono le più colpite e le più a rischio spopolamento. Questi territori sono diventati più esposti e quindi più fragili. Le aziende in comuni colpiti da frane o alluvioni hanno una probabilità di uscire dal mercato superiore e, se rimangono in attività, una performance economica peggiore rispetto alle altre. Ecco perché è necessario contrastare l’intensificazione dei fenomeni idro-geologici attraverso politiche di prevenzione, mitigazione e adattamento.

Rosaria Giampetraglia, vicepresidente della Fondazione Banco di Napoli e direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Parthenope, ha evidenziato: “Il cambiamento climatico colpisce ogni settore, dall’agricoltura al settore turistico. È assolutamente necessario che si operi una cambiamento globale partendo dai giovani attraverso una cultura dell’intervento”. Uno scenario molto complicato. Gli eventi idro-geologici causano vittime e danni economici: oltre 160.000 morti nel mondo nel periodo 1998-2017 e perdite economiche stimate pari a circa 660 miliardi di dollari. Il cambiamento climatico, alterando la frequenza e l’intensità delle precipitazioni, contribuisce all’aumento di questi eventi. E che la situazione sia difficile è emerso anche dall’analisi di Guido De Blasio (Banda d’Italia). “Il ris sarà più elevato nell’area mediterranea rispetto alla media globale del 20%”. Per l’Italia la previsione ‘centrale’ è di un aumento della temperatura di 2 gradi centigradi nel periodo 2021-2050 (rispetto al 1981-2010) e in scenari meno favorevoli l’aumento può raggiungere i 5 gradi centigradi. “È attesa una diminuzione dei valori annuali delle precipitazioni, un aumento di intensità nei giorni più piovosi, un generalizzato aumento degli eventi climatici estremi” ha evidenziato de Blasio. (ANSA).

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