L’Indice delle Piccole Imprese 2019 – realizzato da SumUp – segnala le città europee che offrono l’ambiente migliore per aprire e far crescere un’azienda. La prima italiana che si incontra è Napoli, con un buon punteggio in termini di disponibilità, prezzi e affitti del mercato immobiliare. Buone posizioni anche per Milano e Roma: spiccano in particolare le attività di ristorazione.
Sono Napoli, Milano e Roma le città in Italia migliori per le piccole aziende. È quanto emerge dall’Indice delle Piccole Imprese 2019 realizzato da SumUp, azienda fintech leader in Europa nel settore del point-of-sale mobile, che ha fotografato lo stato di salute della piccola imprenditoria nel Vecchio Continente analizzando le 100 città più popolate d’Europa e classificandole in base a quattro criteri: quantità e tipo di piccole aziende; densità; disponibilità e prezzi/affitti di beni immobili; supporto esterno. L’Indice segnala quindi le città europee che offrono l’ambiente migliore per aprire e far crescere un’azienda.
Capitale europea delle piccole imprese è Valencia in Spagna, seguita a poca distanza dalla conterranea Madrid, che vanta un gran numero di caffetterie e bar, seconda per questo aspetto soltanto a Londra. Sul terzo gradino del podio spunta invece Vienna.
Le città tedesche occupano nove dei primi trenta posti, con Berlino che si aggiudica il 4° posto in Europa ed Essen il 7°: il buon piazzamento della Germania è dovuto in gran parte al numero elevato di piccole aziende e ai punteggi buoni e uniformi in tutte le 18 città tedesche incluse nell’Indice. Nel Regno Unito al primo posto c’è Birmingham (10° nell’Indice generale) che supera anche Londra (17°), grazie alla disponibilità di spazi commerciali e altri immobili a prezzi ragionevoli. Glasgow segue da molto vicino: la più popolosa città scozzese si piazza subito dietro Birmingham per via della bassa densità di piccole imprese pro capite. Valletta, Malta, occupa l’ultima posizione dell’Indice delle Piccole Imprese 2019 di SumUp, con i taxi che rappresentano l’unico tipo di attività imprenditoriale significativa.
Per quanto riguarda la salute delle piccole imprese italiane emerge una grande disomogeneità, con Napoli (18°), Milano (20°), Roma (22°) e Torino (23°) posizionate nel primo quarto della classifica, mentre Firenze (84°), Bologna (88°) e Bari (96°) nel quarto inferiore.
Roma è 22esima nell’Indice e al terzo posto in Italia, nonostante sia in testa nel Paese sia per la quantità di Piccole Imprese che per “iniziative” (criterio incluso in Supporto Esterno), sintomatico di una forte presenza di piccole aziende e un interesse per l’imprenditoria online. Tuttavia, la Capitale italiana mostra punteggi modesti in termini di densità, il che indica la presenza di un grandissimo mercato ancora da sfruttare. Inoltre, nonostante gli alti livelli di disponibilità di Beni Immobiliari, gli affitti esorbitanti frenano gli imprenditori.
Firenze si colloca in basso per quanto riguarda la disponibilità e prezzi/affitti di beni immobili: solo 91esima nell’Indice. Torino e Napoli hanno invece buoni punteggi in questa categoria, probabilmente una delle ragioni dell’alto numero di imprese indipendenti.
In Italia pochi negozi indipendenti, numerosi i ristoranti
Guardando all’Italia, SumUp rileva come l’investimento in capitale di rischio, da parte dello Stato, nelle piccole attività italiane sia basso, superiore solo a Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacchia. L’Italia riceve una buona quantità di sussidi da parte dell’UE, ed occupa la metà superiore dell’Indice delle Piccole Imprese per questo fattore.
Sorprendentemente basso è – secondo SumUp – il numero di negozi indipendenti in Italia: Napoli, Palermo, Firenze e Bari hanno un punteggio inferiore a 2/10 per questo fattore, molto probabilmente a causa della competizione da parte dei brand internazionali e delle grandi catene. D’altro canto, il Paese ha un punteggio alto per quanto riguarda i ristoranti, con molte attività indipendenti a Milano e a Roma.
L’economia digitale italiana resta indietro rispetto alle altre grandi nazioni europee, e i dati dell’Indice delle Piccole Imprese rivelano che le città con buoni punteggi di supporto esterno (che indicano un forte interesse per la piccola imprenditoria online) si piazzano più in alto nella classifica generale. I prezzi degli affitti rappresentano una grande sfida per le piccole aziende delle maggiori metropoli europee, e una presenza online può essere una grande alternativa economica.
“Le piccole imprese mantengono l’economia locale e proteggono la cultura e l’autenticità di una città. Noi di SumUp sappiamo quanta resilienza e dedizione siano necessarie per superare gli ostacoli associati all’avvio o all’espansione di un’impresa e per vincere la concorrenza: i metodi di pagamento dovrebbero essere rapidi e facili, non un ostacolo. Il nostro sistema di pagamento semplice e veloce permette alle piccole attività di competere con società più grandi per quanto riguarda i pagamenti con carta. Diamo forza ai titolari di piccole imprese offrendo loro soluzioni di pagamento trasparenti e senza problemi”, afferma Marc Alexander Christ, Co-Fondatore di SumUp.
Secondo SumUp, i risultati dell’Indice delle Piccole Imprese 2019 indicano la necessità di maggiori investimenti e maggiore supporto da parte dei governi, al fine di promuovere un’imprenditoria sana e sostenibile in tutto il continente. Nelle economie europee emergenti le piccole imprese sono una colonna portante, ma senza sussidi, aliquote più accomodanti e prestiti accessibili, fanno molta fatica a sopravvivere.
La tabella sotto riportata mostra le posizioni occupate dalle città italiane nell’Indice delle Piccole Imprese del 2019, dove il punteggio più alto in ogni categoria è evidenziato in azzurro e il minore in giallo:
La seguente tabella mostra le prime 30 città nell’Indice delle Piccole Imprese del 2019 e il loro punteggio in ogni categoria: