Se guardiamo il mercato italiano e ci focalizziamo soprattutto a vedere come le PMI hanno affrontato il tema dell’internazionalizzazione negli anni passati, vediamo che sono state soprattutto le fiere quelle azioni di marketing che hanno portato le imprese ad intercettare i propri partner commerciali esteri.
Nei tempi attuali molte cose sono cambiate, siamo in un era dove Internet è protagonista, questo ovviamente permette di creare un sistema che genera ottimi risultati per il raggiungimento degli obiettivi, anche se a questo si affianca il grande lavoro delle Camere di Commercio Estere o Camere di Cooperazione che con le giuste figure di riferimento, rappresentano una guida per raggiungere i nuovi mercati. “L’internazionalizzazione è il processo attraverso il quale le imprese si aprono a nuovi mercati esteri, instaurando rapporti con altre aziende, consumatori e istituzioni operanti sui quei territori, allo scopo di vendere, produrre, acquistare materie prime, o trovare nuove fonti di finanziamento”.
Le fiere in primis costituiscono sicuramente un’ottima spinta di marketing iniziale, ma è indubbiamente un’attività che deve essere supportata anche da un piano di comunicazione(press office), strategie efficaci, analisi di mercato e una guida di supporto attenta alle concrete opportunità d’inserimento.
Chi sceglie di internazionalizzarsi lo fa principalmente per incrementare il fatturato, per diversificare il rischio di impresa e per rafforzare la presenza su mercati ritenuti strategici, questo semplicemente perché si sente l’esigenza di guardare fuori dai confini nazionali dato che il mercato interno non è più soddisfacente , quindi cogliere le giuste opportunità per accedere a nuove idee ed esperienze è la giusta soluzione per l’ascesa di un’azienda. Il rivolgersi a delle strutture di supporto come quelle precedentemente menzionate, rappresenta un modo per tutelarsi e non avventurarsi in realtà poco conosciute, vista la necessità di avere la giusta conoscenza delle difficoltà burocratiche e operative, unite a volte alla scarsa conoscenza del mercato straniero e dalla complessità di trovare partner locali adeguati.
Gabriella Chiarappa