Ieri nel corso del Question Time alla Camera il parlamentare di Fratelli d’Italia Tommaso Foti insieme ad altri colleghi del suo gruppo ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’Economia Giorgetti sulla questione Intesa Sanpaolo-Isybank, che riguarda circa 300.000 clienti (in una prima fase, si prevede che saranno 4 milioni circa) che Intesa Sanpaolo ha individuato come “prevalentemente digitali” e che verranno “dirottati” su Isybank, la banca del Gruppo completamente digitale.
La comunicazione della modifica del rapporto è avvenuta tramite comunicazione sull’app Intesa Sanpaolo lo scorso luglio. In moltissimi però non si sono neanche accorti di questa comunicazione, che permetteva di comunicare alla banca il proprio diniego al trasferimento entro il 30 settembre scorso tramite telefonata al numero verde di Intesa Sanpaolo (è comunque possibile recedere alle proposte di modifiche unilaterali entro il 17 marzo 2024).
In proposito è stato anche presentato un esposto all’Antitrust da parte dell’Unione Nazionale Consumatori che lamentava l’evidente insufficienza della comunicazione da parte di Intesa Sanpaolo.
Ieri, come detto, l’interrogazione di Foti ed altri di Fdi illustrata da Giovanni Luca Cannata: Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a tutelare i risparmiatori in relazione alla recente vicenda del passaggio forzoso di clienti di Intesa Sanpaolo alla banca online Isybank (Foti – FDI)
Dal 16 ottobre è operativo il passaggio forzoso dei clienti di Banca Intesa Sanpaolo a Isybank.
Sono interessati circa 4 milioni di utenti-clienti che passeranno a Isybank, che è una banca che non ha sportelli sul territorio, una banca che non ha una piattaforma di Internet banking online, una banca che può essere utilizzata soltanto attraverso App e, quindi, da smartphone e tablet.
È chiaro che ci sono diverse problematiche, perché, tra l’altro, c’è una variazione del
codice IBAN per gli utenti-clienti e, quindi, stiamo assistendo a diverse proteste e a diverse
lamentele. Adesso, da parte nostra, è necessario intervenire, come sapete, per fare in modo che la gestione sia sempre in sicurezza e i risparmi siano gestiti al meglio in questo caso.
Pertanto, chiediamo al Ministro se il Governo intenda intervenire per tutelare al meglio gli interessi dei cittadini e degli utenti.
Risponde per l’assenza del competente Giorgetti il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
In riferimento al quesito posto dagli onorevoli interroganti
concernente il trasferimento di alcune categorie di correntisti di Intesa Sanpaolo, la cosiddetta clientela digitale, alla banca online Isybank, parte del medesimo gruppo, ma
completamente online e fruibile esclusivamente mediante un’App dedicata, si segnala
preliminarmente che l’operazione non è stata comunicata al Ministero dell’Economia e
delle finanze. Pertanto, le informazioni sono state acquisite dalle competenti autorità di
vigilanza. In particolare, Banca d’Italia ha comunicato che, nell’interlocuzione con Intesa
Sanpaolo sull’operazione, ha raccomandato all’intermediario di: curare attentamente la
comunicazione alla clientela; consentire ai clienti non interessati al passaggio in Isybank
di mantenere il rapporto con Intesa Sanpaolo; assicurare l’ordinato trasferimento dei rapporti.
Banca d’Italia ha comunicato che Intesa Sanpaolo ha fornito rassicurazioni al riguardo.
Successivamente all’avvio dell’operazione, Banca d’Italia ha ricevuto diversi esposti
relativi ai trasferimenti dei rapporti di conto corrente verso Isybank. In relazione a tali
esposti, Banca d’Italia ha chiesto a Intesa Sanpaolo conferma: in primo luogo, di aver
proceduto a dare comunicazioni adeguate alla clientela da trasferire; in secondo luogo, di
aver previsto la possibilità, per coloro che non si riconoscono nella categoria della cosiddetta clientela digitale, di non essere trasferiti; in terzo luogo, di consentire il rientro in Intesa Sanpaolo per coloro che lo richiedono dopo i termini inizialmente previsti per l’esercizio di tale facoltà.
Inoltre, Banca d’Italia ha raccomandato l’esigenza di continuare a prestare assistenza
alla clientela coinvolta e di fornire riscontro a tutti i reclami ricevuti. Anche su tale aspetto
Banca d’Italia ha comunicato di aver ricevuto adeguate rassicurazioni da Intesa Sanpaolo e
ha confermato che continuerà a monitorare l’operazione per i profili di competenza.
Di seguito la controreplica dell’On. Carmen Letizia Giorgianni, sempre di FdI:
Quanto ha appena riferito il Ministero conferma esattamente la nostra preoccupazione.
Banca Intesa su quest’operazione non ha avvertito neppure il Ministero e ha disatteso
pure le indicazioni di Banca d’Italia, che deve controllare, ovviamente, le banche
nel territorio nazionale, in qualche maniera bypassando le loro raccomandazioni di fare
una comunicazione chiara e inequivocabile sul passaggio che ovviamente si sarebbe apprestata a fare di questi conti correnti. Invece, la banca con furbizia ha agito, diciamo così, al limite della norma, con evidenti difetti di comunicazione quando, per un trasferimento di questa portata, con banche decisamente diverse l’una dall’altra, ci saremmo dovuti aspettare ben altro tipo di comunicazione, per cui la richiesta di riaprire i termini per permettere a questi clienti di non essere trasferiti, a mio avviso, è
sacrosanta.
Da chi gestisce i nostri risparmi dobbiamo esigere lealtà e trasparenza. Questi metodi
padronali non sono più ammissibili, occorre sempre ricordare che le banche gestiscono soldi
non loro, e, quando si maneggiano soldi di altre persone, bisogna utilizzare la massima
trasparenza e correttezza. Non è più accettabile che gli istituti di credito perseguano solo i propri interessi, e non quelli dei risparmiatori.
Come appartenenti al gruppo di Fratelli d’Italia, vi esortiamo quindi a continuare a
vigilare su questa vicenda, e io, in prima persona, continuerò a seguire questi aspetti
anche nel prossimo futuro, perché certi istituti sono sempre pronti a mobilitare i media e
anche larghi settori della politica quando si tratta di intaccare i propri interessi, ma, quando
si tratta di ignorare gli interessi dei propri risparmiatori, ovviamente se ne disinteressano
completamente.