Ista, bilancio demografico, nel 2019 23.000 campani via per motivi economici. Marrone (Confapi): non ci sono idee di sviluppo. Nappi (Lega): serve cambio di prospettiva.

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Al 31 dicembre 2019 la popolazione residente è inferiore di quasi 189 mila unità (188.721) rispetto all’inizio dell’anno. Il persistente declino avviatosi nel 2015 ha portato a una diminuzione di quasi 551 mila residenti in cinque anni.

Rispetto all’anno precedente, si registra un nuovo minimo storico di nascite dall’unità d’Italia, un lieve aumento dei decessi e più cancellazioni anagrafiche per l’estero.
Il numero di cittadini stranieri che arrivano nel nostro Paese è in calo (-8,6%), mentre prosegue l’aumento dell’emigrazione di cittadini italiani (+8,1%).

Al 31 dicembre 2019 la popolazione residente in Italia ammonta a 60.244.639 unità, quasi 189 mila in meno rispetto all’inizio dell’anno (-0,3%). Rispetto alla stessa data del 2014 diminuisce di 551 mila unità, confermando la persistenza del declino demografico che ha caratterizzato gli ultimi cinque anni.

Il calo di popolazione residente è dovuto ai cittadini italiani, che al 31 dicembre ammontano a 54 milioni 938 mila unità, 236 mila in meno dall’inizio dell’anno (-0,4%) e circa 844 mila in meno in cinque anni: una perdita consistente, di dimensioni pari, ad esempio, a quella di province come Genova o Venezia.

Nello stesso periodo, al contrario, la popolazione residente di cittadinanza straniera è aumentata di oltre 292 mila unità attenuando in tal modo la flessione del dato complessivo di popolazione residente. Il ritmo di incremento della popolazione straniera si va tuttavia affievolendo. Al 31 dicembre 2019 sono 5.306.548 i cittadini stranieri iscritti in anagrafe, l’8,8% del totale della popolazione residente, con un aumento, rispetto all’inizio dell’anno, di sole 47 mila unità (+0,9%).

«I dati Istat sul bilancio demografico per le regioni del sud e, in particolare, per la Campania sono assolutamente preoccupanti. E purtroppo per noi sono tutt’altro che imprevisti: il Mezzogiorno è diventato un luogo da cui fuggire, e non da oggi».

Lo ha detto Raffaele Marrone, presidente Confapi Napoli.

«I giovani vanno via dal Meridione non solo perché non ci sono più occasioni di sviluppo ma anche perché sembra che siano venute meno le prospettive per la creazione di valore progettuale sul territorio. La classe dirigente sia locale sia nazionale, di fronte a una flessione di quasi 23mila cittadini che decidono di abbandonare la regione in un anno, non ha nulla da dire; e questo è un atteggiamento preoccupante. Un immobilismo che diventa quasi fatalismo. Ancor più grave se si pensa che molto spesso le Istituzioni hanno rinunciato a dialogare tra di loro, ognuno presa dalla cura del suo proprio “particolare”. Situazione onestamente insostenibile – ha aggiunto Marrone –. Sarebbe importante che gli Enti e gli uomini che li amministrano riuscissero a ritrovare la voglia di collaborare iniziando, seriamente, a programmare una serie di interventi che, nel giro di dieci anni, potrebbero offrire occasioni di crescita: penso al turismo, all’industria culturale, al terziario avanzato e al mercato della conoscenza che, da noi al Sud, ha grandi potenzialità non valorizzate».

«Andare via, che sia per approdare al nord o all’estero non ha importanza, è ormai la scelta più facile da fare. In questo modo, non solo si creano condizioni di particolare disequilibrio economico, nel nostro Paese, con un nord ricco e capace di attrarre le migliori risorse, e un sud – invece – destinato a sopravvivere tra enormi difficoltà e con il solo livello assistenziale dello Stato, finché ci sarà; ma si pongono le basi anche per un serio problema di ordine pubblico. Dove non c’è occupazione e sviluppo, infatti, allignano e prosperano le mafie.».

“La Campania si sta spopolando. Istat riporta, accanto al calo delle nascite, la tendenza dei residenti ad emigrare verso il Nord. Sono 23mila, secondo Confapi, i giovani in fuga per mancanza di opportunità lavorative. Un crollo costante aggravato dall’assenza di politiche per la crescita nella nostra Regione e che sottolinea la necessità di ripensare il nostro sviluppo economico con presupposti nuovi e a lungo termine. Serve un cambio di prospettiva che metta al centro dello sforzo politico le forze più giovani del Paese. Se cogliamo questa occasione rendendo i giovani il punto di partenza e d’arrivo delle politiche economiche e occupazionali, come vogliamo fare noi abbassando il costo del lavoro e realizzando un’area tax free in grado di attrarre investitori, allora riusciremo a dare non solo speranza, ma un futuro al Paese, agli italiani e soprattutto ai giovani campani. Perchè se la Campania cresce, cresce tutto il Paese”. Lo scrive in una nota Severino Nappi, Lega Campania.

 

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