Jabil e Whirlpool: l’unione di due problemi non potrà MAI essere una soluzione!

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Sta destando profonda preoccupazione tra i dipendenti Jabil, la scelta da parte della Softlab, ormai l’unica azienda attualmente rimasta nel processo di ricollocazione, di assumere soli 64 dipendenti a fronte dei 109 colloqui effettuati e relativi ai 190 esuberi strutturali dichiarati da Jabil in sede Ministeriale.

Questo nonostante la Softlab si sia proposta per l-acquisizione totale del sito di Marcianise, con tutte le maestranze, ma abbia trovato il forte diniego del management locale, preoccupato solo di salvaguardare i propri interessi e la propria posizione.

Sembra infatti che una volta liberatisi dei 190 lavoratori, la Jabil potrebbe essere interessata ad una ennesima acquisizione, come del resto ci ha ben abituati nel corso degli ultimi quindici anni, che garantirebbe alla attuale classe dirigenziale di continuare a conservare le proprie posizioni, nonostante le pessime capacita imprenditoriale dimostrate.

Voci di corridoio tra i lavoratori, parlerebbero infatti della Whirpool, altra azienda americana in serie difficolta, oggetto della prossima chiusura dello stabilimento di via Argine di Napoli.

Non sarebbe la prima volta che la Jabil, sarebbe pronta a rilevare uno stabilimento che corporate ha deciso di chiudere, in cambio di soldi e ammortizzatori sociali, per poi dichiarare un esubero pari almeno al numero di lavoratori acquisiti e finire poi come la cronaca recente ci ha abituati (vedi Ericsson, Nokia-Siemens e gli ultimi 190 licenziamenti in periodo di emergenza Covid).

Quello che lascia sconvolti è come le Istituzioni e i sindacati consentano operazioni speculative del genere, avallando progetti industriali che non hanno nulla di concreto da parte di queste multinazionali consentendo loro di dettare il buono e cattivo tempo, approfittare dei soldi dello stato.

Nelle mire di Jabil, ci sarebbe infatti anche quella di tornare a prendere commesse con Finmeccanica, in particolar modo con Alenia, nonostante in passato sia stata squalifica dalla lista dei fornitori ufficiali per ovvi motivi e finita nella black list.

Sembra quasi che le istituzioni siano unicamente interessate a procrastinare il problema della Jabil, della Whirpool e dei relativi indotti, senza voler trovare una soluzione definitiva e duratura , giocando in tal modo sulla pelle e sul futuro delle famiglie dei lavoratori.

Tutto ciò, in uno scenario che vede le prossime ed incombenti elezioni regionali, tanto che si susseguono le passerelle dei vari politici tra promesse varie, che si andranno ad aggiungere a quelle mancate del passate.

Ai cancelli della Jabil e della Whirpool si sono susseguiti politici di ogni colore e partito, accumunati da promesse e risoluzioni MAI arrivate, alla sola ricerca di voti in piena campagna elettore. Solo tante chiacchiere scolpite sulla pelle e negli occhi dei lavoratori, che non dimenticano!

Nonostante la storia della Jabil in questo paese (basta fare una ricerca su Wikipedia), davvero il Governo potrebbe avallare una eventuale operazione del genere?

Davvero ritengono che l’unione di due problemi possa rappresentare una soluzione?

Perché queste due multinazionali non vengono richiamate alle loro responsabilità e alla pretesa del rispetto di accordi ministeriali firmati? Si beffano della autorità di questo Paese?

Ma la domanda principale da parte dei lavoratori è soprattutto perché nonostante questa condotta deplorevole e discutibile della Jabil, sull‘utilizzo di soldi pubblici per cassa integrazione, per piani di rilancio e per corsi di formazione, la guardia di finanza non abbia mai avviato una indagine seria sull’utilizzo di questi soldi pubblici? mai come adesso i lavoratori pretendono di vederci chiaro e si dichiarano pronti a presentare esposti.

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