Si è tenuta questa mattina, dinanzi alla Prefettura di Napoli, la manifestazione di protesta delle aziende di noleggio auto e di autobus turistici, ignorati del tutto dal Governo Nazionale, fermi da oltre un anno a causa del Covid-19. Un sit in, organizzato da Confesercenti e Federnoleggio, in cui sono scesi in strada oltre cento persone, rappresentanti delle aziende di bus turistici ma anche dell’indotto (carrozzieri, meccanici, elettrauto, autisti ecc..). Al loro fianco il presidente di Confesercenti Campania Vincenzo Schiavo e il presidente di Federnoleggio Napoli Antonio Paone.
«C’è disperazione e grande rabbia – ha riferito Vincenzo Schiavo -, l’intero settore della mobilità privata è in grave crisi. Sono oltre mille le aziende in Campania a rischio fallimento e per oltre 8mila lavoratori c’è il pericolo di perdere il posto di lavoro. Sono 4mila gli autobus turistici che nella nostra regione danno lavoro a 6mila persone. Per un fatturato annuo di oltre 500 milioni di euro. A questo si aggiunga la perdita di valore del patrimonio di queste aziende (i mezzi e le vetture) di 120 milioni complessivi ulteriori che sono andati in fumo i 12 mesi. A causa del Covid-19 le aziende sono ferme ormai da più di un anno e il Governo centrale le ha ignorate completamente. Il dramma è ancora più grande se si comprende l’indotto, e anche in questo caso i dati sono più che allarmanti: in un anno le attività dei gommisti e dei carrozzieri hanno “bruciato” solo in Campania 12 milioni di euro di fatturato, i meccanici 14 milioni, i tappezzieri 5 milioni, gli elettrauto 10 milioni di euro. Cinque categorie che perdono quasi 53 milioni di euro di fatturato l’anno, per un indotto che dà lavoro a oltre 2200 persone. Parliamo di una filiera che vive all’80% con il turismo e al 20% con la scuola, tra gite e servizi scolastici. Attività azzerate del tutto o quasi nel 2020 e la storia sembra ripetersi nel 2021».
Di rimando il pensiero di Antonio Paone, presidente Federnoleggio Napoli: «Non vediamo la luce – dice -, non riusciamo più a ripartire e senza l’aiuto del governo siamo costretti a morire. Ci siamo fermati a novembre del 2019 per ripartire, come da prassi, a marzo, quando il lockdown ci ha azzerato gli introiti. Il Governo ufficialmente non ha mai chiuso le nostre attività ma in sostanza siamo rimasti fermi in automatico, non avendo avuto più utenza, senza turisti, studenti, crociere e richieste di servizi. Il Governo, dopo i proclami, ci ha sostenuto con un sussidio minimo e lontanissimo dall’urgenza di ristorare un intero comparto che è totalmente in ginocchio. Chiediamo in aiuto concreto, a partire da finanziamenti a fondo perduto più sostanziosi, perchè una volta ripartiti saremmo sicuramente in grado di restituire quanto anticipato con il nostro lavoro».
A metà manifestazione una delegazione dei manifestanti, guidata dai presidenti Vincenzo Schiavo e Antonio Paone, è stata poi ricevuta in Prefettura dal vice-Prefetto Dario Annunziata. «E’ stato un incontro proficuo – ha spiegato Schiavo – , in cui abbiamo chiesto di “girare” al Governo le nostre richieste di aiuto. Chiediamo al Governo di integrare il trasporto pubblico con quello privato: è necessario, oltre ai sussidi, sostenere questo settore, che ha le capacità per aiutare la collettività: nella nostra regione, come in tutta Italia, c’è insufficienza di mezzi e carenza di controlli per scongiurare gli assembramenti. Solo in Campania ci sarebbero 4mila autobus privati a disposizione che potrebbero trasportare sino a 100mila persone al giorno tra alunni, lavoratori e consumatori. Così facendo potremmo anche ridurre il rischio contagio, spesso amplificato dagli assembramenti nei trasporti pubblici, il traffico e persino l’inquinamento delle metropoli, dando un importante e completo servizio di trasporti al nostro paese e nel contempo evitando la bancarotta per migliaia di aziende e centinaia di migliaia di lavoratori».