a cura de Il Giornale delle Partite IVA
Sarebbe un errore affrontare allo stesso modo un colloquio per un incarico temporaneo in somministrazione e uno per una posizione permanente: si tratta di due tipologie di colloquio completamente diverse per cui è necessario prepararsi in modo specifico. Questo è quanto sostengono gli esperti della divisione Temp di Hays Response, specializzata nei servizi di somministrazione di lavoro e interim management per professionisti qualificati.
Gli esperti sottolineano quanto sia importante, durante una sessione di recruitment dedicata al lavoro in somministrazione, mettere in luce skill quali versatilità, flessibilità e capacità di raggiungere obiettivi pratici e concreti già dal primo giorno d’impiego.
“E’ ormai prassi, per la maggior parte delle aziende, organizzare vere e proprie sessioni di colloquio anche per selezionare lavoratori temporanei in somministrazione -afferma Marco Oliveri, senior manager di Hays Response- questo tipo di incontri, però, differisce profondamente da quelli condotti per individuare professionisti da assumere a lungo termine”.
“Se da un lato questi colloqui -avverte- sono sicuramente più brevi, dall’altro sono maggiormente focalizzati sulle competenze più pratiche dei candidati. Non va infatti dimenticato che, non trattandosi di un impiego permanente, i recruiter sono a caccia di professionisti chiavi in mano, in grado cioè di dare sin da subito un valore aggiunto all’azienda”.
In fase di colloquio per un lavoro temporaneo alcune domande sono ricorrenti ed è quindi opportuno non farsi trovare impreparati. Ecco di seguito alcune delle più frequenti, con i relativi consigli su come affrontarle secondo gli esperti di Hays Response.
1. Perché si è interessati all’incarico?
Con questo genere di domande il selezionatore vuole capire quanto il candidato sia realmente motivato. Per il buon esito del colloquio, è quindi importante che il giovane professionista esamini attentamente la job description o, se non è disponibile, chieda al recruiter maggiori dettagli sulla posizione lavorativa per farsi un’idea il più possibile precisa delle mansioni che dovrà svolgere. Il candidato potrà così dimostrare di possedere le giuste competenze, facendo emergere come l’incarico sia in linea con la propria esperienza professionale e con gli obiettivi di carriera.
2. Ci si adegua rapidamente a un nuovo ambiente lavorativo?
I lavoratori temporanei devono essere in grado di adattarsi rapidamente a una nuova organizzazione aziendale e ai suoi processi. Gli esperti di Hays Response suggeriscono ai giovani professionisti di prepararsi al colloquio dedicando un po’ di tempo alla ricerca di informazioni sull’azienda. Dar prova di aver capito la cultura aziendale, aiuterà a iniziare il colloquio con il piede giusto.
3. Si è abituati a lavorare in team?
I giovani professionisti che si candidano per un lavoro temporaneo dovranno dimostrare di avere una spiccata attitudine ai rapporti interpersonali. Il datore di lavoro è sicuramente alla ricerca di un professionista capace di inserirsi in un team già esistente in modo agevole e senza troppe frizioni. Far riferimento ai buoni rapporti instaurati con gli ex colleghi, può colpire positivamente il responsabile della selezione.
4. Si possiedono le skill adatte per l’incarico?
In sede di colloquio il candidato dovrà far emergere come le proprie competenze e abilità possano immediatamente portare risultati positivi e concreti sul lavoro, sia in termini di efficacia sia di efficienza. Per impressionare positivamente il recruiter, è opportuno portare degli esempi pratici che dimostrino la propria capacità di ricoprire al meglio l’incarico per cui ci si sta candidando.
5. Si è pronti a rispondere a domande tecniche?
Un giovane professionista non può farsi cogliere impreparato da domande tecniche relative alla propria area di competenza. In base alle singole risposte il responsabile della selezione deciderà se il candidato può trasformarsi o meno in una risorsa utile. Non bisogna dimenticare, infatti, che quando un azienda è alla ricerca di un sostegno ‘esterno’ al team di lavoro, necessita di professionisti competenti e con skill specializzate. Pertanto è buona cosa fornire case history di lavori passati brillantemente portati a termine. Più si è specifici nel descrivere le mansioni già svolte e le competenze sviluppate, maggiori saranno le possibilità di ottenere il lavoro.
6. Perché un lavoro temporaneo?
Non avere una risposta pronta a questa domanda è assolutamente controproducente pertanto bisogna prepararsi una motivazione valida e convincente. Ad esempio, il candidato potrebbe puntare sulla volontà di fare esperienza in diversi settori dell’organizzazione aziendale e di lavorare per svariati progetti, prima di decidere dove indirizzare la propria crescita professionale.
7. Ci sono domande per il recruiter?
Porre le domande appropriate al selezionatore può essere utile per reperire ulteriori informazioni rispetto alla posizione ricercata. Ad esempio, si potrebbero chiedere maggiori dettagli sul progetto e i suoi relativi sviluppi, oppure se l’organizzazione ha già utilizzato in passato personale temporaneo, oltre a informarsi sui parametri con cui sarà misurato il successo del lavoro svolto. E’ sempre bene ricordare che anche le domande rivolte al recruiter saranno uno degli elementi di valutazione del selezionatore.