Tra l’ultimo trimestre del 2019 e il primo trimestre del 2021 gli occupati in Italia si sono ridotti del 2,8% con un calo sostenuto soprattutto per gli indipendenti diminuiti del 5,1%. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale Inps secondo il quale con la pandemia ha sofferto soprattutto il lavoro indipendente con un calo del 5,1% degli occupati e del 9.8% delle ore lavorate a fronte di un -7,7% complessivo.
Per i lavoratori dipendenti il calo è stato del 2,1%. I licenziamenti, esclusi quelli disciplinari si sono dimezzati passando dai 560.000 medi annui nei 24 mesi precedenti la pandemia a 230.000 tra marzo 2020 e febbraio 2021.
I posti di lavoro preservati con il blocco dei licenziamenti nel periodo marzo 2020-febbraio 2021 possono essere valutati in circa 330.000 e per oltre due terzi riconducibili alle imprese che hanno fino a 15 dipendenti. E’ quanto emerge dal Rapporto Inps presentato oggi. I licenziamenti economici nell’anno della pandemia sono stati circa la metà dei 560.000 medi dei due anni precedenti.
Sempre secondo quanto emrge dal rapporto Inps, i posti di lavoro preservati con il blocco dei licenziamenti nel periodo marzo 2020-febbraio 2021 possono essere valutati in circa 330.000 e per oltre due terzi riconducibili alle imprese che hanno fino a 15 dipendenti.
I licenziamenti economici nell’anno della pandemia sono stati circa la metà dei 560.000 medi dei due anni precedenti. Nel complesso, considerando tutte le tipologie contrattuali, a fine febbraio 2021 – si legge – i posti di lavoro dipendente presso le aziende private risultavano diminuiti di 37.000 unità rispetto allo stesso momento dell’anno precedente. (ANSA)