La differenza di retribuzione tra uomo e donna non è un problema soltanto italiano. Da anni nel mondo si assiste al fenomeno del gender gap, delle donne che a parità di ore lavorate e nella stessa mansione percepiscono uno stipendio inferiore a quello degli uomini. Per fortuna da qualche anno a questa parte qualcosa si è smosso, in alcuni paesi del mondo questa differenza si sta riducendo e le donne stanno diventando sempre più protagoniste negli organigrammi aziendali con ruoli di vertice.
Anche nel nostro paese la situazione è ben migliore rispetto a tempo fa, ma come si evince dall’indagine fatta da applavoro.it, l’innovativo portale che punta sulla meritocrazia e mette in contatto domanda e offerta, le donne anche nel 2021 hanno continuato a guadagnare meno degli uomini in tutte le mansioni oggetto dell’indagine.
“Purtroppo come si legge dai dati in nostro possesso si continua a registrare un importante gap riguardo le retribuzioni ricevute tra uomini e donne, a parità di mansioni – ha commentato Marco Contemi imprenditore e fondatore di applavoro.it. “Urgono politiche attive mirate alla riduzione di questa diseguaglianza, che altrimenti continueremo a portarci dietro ancora per decenni”.
Si pensi che nello scorso anno il differenziale in alcuni lavori è arrivato a sfiorare anche il 30%. E’ il caso dei cuochi maschi che hanno dichiarato uno stipendio medio di 1.548 euro mentre le donne si sono fermate a 1.098.
Me nella lista dei principali settori lavorativi è presente un differenziale più o meno elevato. Basti pensare che nel settore terziario e in particolare gli agenti di commercio che sono quelli che hanno dichiarato di guadagnare di più nel 2021, il differenziale di stipendio è del 19%. Gli uomini hanno guadagnato in media 2.395 euro, le donne si sono fermate a 1.922.
Stesso discorso per gli impiegati che hanno registrato un differenziale del 16% (1.506 gli uomini contro i 1.255 delle donne). Anche nel settore commerciale le commesse e addette alle vendite (mansione molto in voga tra le donne) a guadagnare sono sempre più gli uomini con 1.203 euro in media per questi ultimi e 1.008 euro per le prime. Spulciando i dati in un unico caso la differenza è stata soltanto del 4%, quello delle segretarie che hanno guadagnato quasi quanto gli uomini (981 contro 1023).
Questi sono dati che tengono conto soltanto della differenza in busta paga dovuta a parità di ore lavorate e nello stesso ruolo e non di eventuali detrazioni o bonus.
Esaminando più nel dettaglio i dati di applavoro.it per le principali città italiane, i risultati sono ancora più eloquenti e in qualche caso pendono anche a favore delle donne a dimostrazione che non in tutta Italia il gap è contro il gentil sesso. Prendiamo ad esempio la mansione di addetta alle vendite, il gap a Firenze non esiste (1.220 gli uomini contro i 1.217 delle donne), a Palermo arriva a sfiorare il 27% (le donne hanno dichiarato di guadagnare 880 euro al mese), ma a Bologna sono le donne a spuntarla visto che guadagnano il 15% in più.
Per gli agenti di commercio invece la situazione è davvero eterogenea e al limite. Abbiamo un differenziale a favore degli uomini del 40% a Roma ma a Napoli quel 11% di donne che svolge questo lavoro guadagna il 42% in più (3.000 contro 2.110).
Altri casi interessanti dove le donne segnalano di guadagnare più degli uomini ci sono a Bologna dove le impiegate si portano a casa il 14% di stipendio in più, o le cameriere che sempre nel capoluogo emiliano guadagnano circa 100 euro in più degli uomini. Numeri questi che sono una goccia nell’oceano, eccezioni. Il fatto preoccupante è che non c’è equilibrio, che la bilancia vira o da una parte o dall’altra senza mai (se non in rari casi) arrivare ad una parità salariale.