L’impatto del turismo a Napoli. Il settore Ho.Re.Ca si organizza

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Martedì 17 settembre, dalle ore 15.00 alle ore 19.00, presso Ad Horeca Campania di a Casavatore (Na) si tiene la terza tappa di “Territori in tour – Turismi, logistica e sostenibilità nelle piattaforme territoriali dell’Horeca”, iniziativa promossa dal CDA (Consorzio Distributori Alimentari) in collaborazione con l’azienda di distribuzione Di Cosmo Group.

L’obiettivo dell’incontro è di condividere con gli operatori Horeca, dei servizi turistici, delle istituzioni locali e delle rappresentanze di settore, i risultati di un’attività di ascolto e ricerca territoriale affidata al Consorzio Aaster finalizzata a delineare l’evoluzione di un settore sempre più rilevante nel determinare le traiettorie dello sviluppo economico, sociale e urbano del territorio dell’area di Napoli e della Campania.

All’incontro interverranno, tra gli altri:

  • Carlo Borgomeo, presidente GESAC;
  • Fabio Pollice, Rettore Università degli Studi del Salento;
  • Francesco Saverio Coppola, presidente Associazione Studi Meridionalisti;
  • Don Antonio Loffredo, direttore Museo diocesano diffuso;
  • Lella Palladino, fondatrice Coop sociale EVA, operatori della filiera Horeca.

 

La ripresa dei flussi turistici nel periodo post-pandemico sta premiando in maniera molto significativa Napoli e la Campania, soprattutto grazie al traino della componente straniera che sta interessando tutte le principali regioni del Mezzogiorno, tradizionalmente imperniate sulla domanda interna concentrata nella stagione estiva. Come evidenziato anche da numerose ricerche (SRM 2024, ISTAT 2023), epicentro e snodo dei flussi turistici campani rimane Napoli, che negli ultimi anni ha semmai visto aumentare il suo peso relativo a livello regionale, con effetti distributivi sulle aree dell’area metropolitana e sulle aree interne del casertano relativamente modesti, laddove invece si sono rafforzati i legami con la grande area archeologica di Pompei-Ercolano e l’area della Costiera Amalfitana.

I fenomeni di concentrazione turistica sul capoluogo partenopeo sono stati favoriti dal miglioramento delle connessioni logistiche e dei grandi snodi su ferro (AV), via mare (crocierismo) e aeree (Capodichino quarto nella graduatoria degli aeroporti italiani), laddove invece rimane ancora su livelli considerati insoddisfacenti sia il sistema dei servizi di mobilità urbana, sia la maglia infrastrutturale secondaria. Tutta da costruire è invece l’infrastrutturazione a livello di piattaforma continentale (Asse Napoli-Taranto-Bari). L’aumento dei flussi turistici, analogamente a quanto accade negli altri grandi attrattori urbani (Milano, Venezia, Firenze, Bologna, Roma, etc.) sta impattando sulla composizione sociale urbana (gentrificazione del centro storico), sul sistema dei servizi di pubblica utilità e, non meno rilevate, sulla filiera Horeca.

L’offerta di F&B, di intrattenimento, nonché la diffusione dei B&B intermediati dalle piattaforme digitali, sta riconfigurando il centro storico di Napoli in funzione delle crescenti esigenze turistiche, adombrando gli ormai noti problemi collegati al sovraffollamento con effetti di peggioramento della convivenza tra residenti e studenti, sempre più dislocati in altre aree della città, della provincia o di province attigue, e visitatori, con l’esplosione dei servizi di somministrazione a basso valore (street food) e aumento generalizzato dei prezzi. L’industrializzazione caotica dell’offerta di F&B a basso valore fatica a trainare le filiere agroalimentari di qualità radicate nell’entroterra, che invece trovano spazio crescente nei processi di qualificazione eno-gastronomica a agroalimentare attivi nelle aree del Casertano, del Matese, del Beneventano, in connessione con modelli di fruizioni turistica lenti, e nell’allungamento delle filiere a livello interregionale e nazionale, dove trova sbocco un ventaglio di prodotti sempre più ampio e qualificato.

Temi complessi per i quali non esistono risposte semplici e preconfezionate. L’incontro di Casavatore vuol essere una piccola occasione per comprendere sfide e opportunità del settore, per contribuire ad alimentare un patrimonio comune di saperi e conoscenze territoriali e provare ad assumere “una coscienza di luogo” adatta ai tempi del turismo come flusso globale, per la quale è importante contribuire alla costruzione di uno spazio di rappresentazione territoriale e di visione di un futuro condiviso.

 

Il CDA, che raggruppa un centinaio delle principali imprese di distribuzione di bevande presenti in Italia, porta avanti ormai da oltre un ventennio una serie di attività rivolte ai soci orientate a renderli sempre più competenti e consapevoli dell’ambiente nel quale essi operano, offrendo occasioni di crescita professionale e imprenditoriale rispetto alle grandi sfide della managerializzazione, della digitalizzazione, della sostenibilità e dell’economia circolare, della responsabilità sociale d’impresa.

Nell’ambito delle celebrazioni del 35° anniversario dalla fondazione avvenute nello scorso anno, CDA ha deciso di promuovere per il 2024 un piccolo itinerario territoriale nell’ottica di ascoltare, apprendere e condividere con operatori della filiera Horeca, esperti e rappresentanti delle istituzioni locali, riflessioni e iniziative utili a rendere i territori più competitivi e coesi, partendo dal punto di vista di chi presidia l’ultimo miglio della distribuzione di bevande nel settore Horeca. Lungo questo itinerario, che si snoderà lungo tutto la penisola, il CDA è accompagnato dal Consorzio Aaster, diretto e fondato da Aldo Bonomi.

L’Horeca, settore praticamente inesistente nell’Italia degli anni ’90, è ritenuto oggi il tondino di ferro del loisir post-pandemico, intorno a cui si ridefinisce la socialità e il valore economico dei territori, di cui la complessa figura del turista è uno dei riferimenti centrali. L’esito delle trasformazioni dell’Horeca e del turismo oggi non si giocano “solo” sul registro della capacità di incorporare innovazione dentro le mura dell’impresa, ma passano anche dalla consapevolezza e dalla capacità delle imprese di partecipare nell’attrezzare il campo fuori dalle mura dell’impresa nell’intento di contribuire a rendere sostenibile nel medio e lungo periodo la crescita di un settore che deve preservare le risorse territoriali sulle quali si regge: risorse umane e professionali, risorse ambientali e patrimoni culturali, centri storici, sistemi di mobilità e di gestione dei servizi urbani. Operare nel settore Horeca e turistico, oggi più di ieri, significa posizionarsi, come imprese, filiere e sistemi locali, all’intersezione tra relazioni di mercato e relazioni sociali più ampie.

Un lavoro enorme che, oltre a migliorare l’offerta F&B per gli utenti, porta alla miglioria della qualità della vita in un contesto unico al mondo come quello della città di Napoli.

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