Boom dei conti deposito non vincolati
I conti deposito, strumenti di investimento capaci di riconoscere un interesse attivo sulle somme depositate, continuano ad essere molto gettonati tra gli investitori più maturi. Negli ultimi mesi emerge, però, una maggiore attenzione nei confronti di questi prodotti bancari da parte di chi ha un’età compresa tra i 41 e i 55 anni. È la fotografia più recente scattata dall’Osservatorio Conti Deposito di ConfrontaConti.it che registra anche un boom dei depositi non vincolati: sono sempre di più i clienti che desiderano avere disponibilità immediata del denaro versato.
Si abbassa l’età media degli investitori
Gli over 55 guidano la classifica (42,6%), ma si registra una leggera flessione rispetto al primo semestre quando la percentuale era pari al 44,1%. A mostrare il segno “più” sono, invece, coloro che hanno un’età compresa tra i 41 e i 55 anni: si è passati, infatti, dal 37,1% del primo semestre al 41,5%. Si abbassa, dunque, l’età media di chi opta per questo strumento che remunera le somme depositate.
Più depositi sopra i 50mila euro
Aumentano i depositi sopra i 50mila euro: si è passati dal 23,2% del primo semestre del 2020 al 27,3%. Scivolano in seconda posizione i depositi il cui importo è compreso nella fascia tra i 15.001 e i 20mila euro (si è passati dal 37,6% al 25,4%), mentre aumentano i depositi a partire dai 20K. Quest’ultima performance ha raggiunto il 17,5%, mentre nel primo semestre del 2020 la percentuale era pari al 16,1%.
In aumento i depositi compresi tra i 5.001 e i 10.000 euro: si è passati dal 12,3% al 15,2%. Segno più anche per i depositi pari o inferiori ai 5.000 euro (si è passati dall’8,7% del primo semestre al 12,1%).
I conti deposito liberi in cima alla classifica
Aumenta la percentuale dei depositi non vincolati che raggiunge infatti il 75,2%, mentre nel primo semestre era pari al 52,8%. Calano i conti depositi vincolati: si è passati dal 47,2% al 24,8%. Gli investitori preferiscono poter ritirare le somme versate a loro piacimento. Con un conto deposito vincolato bisogna attendere, invece, la scadenza del vincolo o pagare molto spesso una penale in caso di ritiro anticipato rispetto al termine prestabilito.
Le durate di investimento
La durata più richiesta per l’investimento è quella dei 7-12 mesi che, rispetto al primo semestre del 2020, registra però un calo: si è passati dal 45,5% al 33,7%. Cresce la quota per le durate comprese tra i 25 e i 36 mesi (si è passati dal 18,2% al 22,7%) e per i depositi superiori ai 36 mesi (si è passati dal 15,5% al 21,2%). Lieve crescita per la quota per durate inferiori o uguali ai 6 mesi.
Anche gli over 55 si affidano ai conti correnti online
È il conto online ad affermarsi in questo periodo post lockdown, che ha visto anche i soggetti meno digitali affidarsi alla rete per svolgere le principali operazioni bancarie. Il risultato di questa digitalizzazione forzata ha un riscontro nei dati attuali rilevati dall’Osservatorio di ConfrontaConti.it, secondo il quale il 62,6% degli utenti ha richiesto un conto online (in aumento rispetto al semestre precedente quando la percentuale era il 62,1%). Interessante notare come la crescita maggiore di richieste di conti online abbia riguardato soprattutto gli over 55, che hanno fatto segnare un aumento di richieste nella seconda parte dell’anno (da 55,7% a 57,0%) e gli utenti più giovani, dai 18 ai 25 anni (dal 61,4% del primo al 65,6% del secondo semestre).
Il saldo medio dopo il lockdown
Ritorna alla normalità la media del saldo registrato in questo secondo semestre: 16.746 euro contro i 18.173 del primo semestre, quando la chiusura forzata in casa aveva gonfiato ulteriormente i conti degli italiani.
Se dunque si esclude il periodo critico del lockdown, che aveva fatto impennare il saldo dei conti, siamo ai livelli di liquidità media detenuta sui conti correnti più alta dello storico di ConfrontaConti.it.
Stessa considerazione per il saldo attivo registrato per le somme più alte, sopra i 10.000 euro, ora al 38,2% contro il 39,5% del semestre scorso. Guadagnano punti invece i saldi dai 5.000 ai 10.000 euro (21,6% contro 20,1% scorso) e le somme dai 3.000 ai 5.000 euro (ora al 16,7% contro il 15,5% precedente).
Più cautela nella scelta dell’operatività
Per operatività si intende il numero di operazioni previste dal contratto, tra versamenti di denaro, prelievi e pagamenti. Nelle rilevazioni di settembre a perdere è la percentuale di richieste di conti correnti più costosi, con 150 operazioni l’anno (da 22,3% a 20,9%), mentre guadagnano l’operatività media con 60 operazioni in un anno (da 56,6% a 57,5%) e quella bassa con 20 operazioni previste (da 21,2% a 21,5%).