Osservatorio PrestitiOnline.it: Cresce il desiderio di un’auto “nuova”. Tassi in salita ma non per l’online.

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L’erogato dei prestiti finalizzati all’acquisto di un veicolo ha raggiunto una quota di mercato del 24 per cento. Merito degli ecoincentivi che sono stati rinnovati per tutto il 2021, ma anche delle offerte delle concessionarie sul parco dell’usato.

Qualcosa comincia a muoversi. Tant’è che il 2021 inizia con una piccola fiammata per il mondo del credito al consumo, con l’importo medio dei prestiti richiesti ed erogati che a gennaio ha fatto registrare un’impennata rispetto ai minimi toccati alla fine del 2020. Nello specifico, stando alla consueta fotografia mensile scattata dall’Osservatorio Prestiti di PrestitiOnline.it, a gennaio sono stati chiesti finanziamenti medi di 11.629 euro, a fronte dei 10.277 euro di fine 2020. L’erogato medio, invece, è stato di 11.793 euro, “balzando” del 19% circa rispetto ai 9.947 euro dello scorso anno. Allo stesso tempo sono cresciuti gli erogati dei finanziamenti per le classi d’importo più alte: quella sopra i 20 mila euro è passata da una quota di mercato del 7,9% a fine 2019 all’attuale 12%, quella tra 15.000 e 20.000 è quasi raddoppiata (dal 5,8% all’11,2%), mentre quella tra 10.000 e 15.000 euro ha registrato un incremento meno marcato, dal 17,2% al 18,3 per cento. In calo tutte le altre “classi”, con quella fino a 2.500 euro che ha fatto segnare la flessione più vistosa, passando dall’11,6% al 7,2 per cento. Per quanto riguarda le classi di reddito, invece, da segnalare il leggero incremento della fascia 20.000-30.000 euro (51,2% contro il precedente 50,3%), che ha rubato quote di mercato alla fascia 30.000-50.000 euro. Invariate, invece, tutte le altre market share.

 

Voglia di auto

A far impennare l’importo medio delle richieste di prestito è stata soprattutto la voglia di auto. Merito degli ecoincentivi governativi che sono stati rinnovati per tutto il 2021, ma non solo. Molte concessionarie hanno iniziato il nuovo anno con una raffica di offerte per i veicoli usati, con contributi sotto forma di consto fino a 2.000-3.000 euro. E il risultato è stato un boom (o quasi) delle richieste di prestiti finalizzati. Così, la finalità “Auto usata” è schizzata a una market share del 24,1%, salendo così al primo posto della classifica in termini di erogato, seguita dalla “Liquidità” (è salita dal precedente 16,3% all’attuale 19%) e dalla “Ristrutturazione casa” (scivolata dal 20,5% al 18,1%), con quest’ultima che ha detto addio a un predominio che durava ormai da più di 10 anni; il picco era stato raggiunto nel 2015, quando era arrivata a rappresentare il 37,7% del mercato dei prestiti, mentre oggi la sua quota si è più che dimezzata. Gli ecoincentivi governativi, che possono arrivare fino a 10mila euro per chi acquisto un veicolo con emissioni di CO2 da 0 a 20 g/km (grammi per chilometro) con rottamazione, hanno avuto invece il merito di far salire la quota di mercato della finalità “Auto nuova o Km 0”, passata dal precedente 6,1% all’attuale 9,1 per cento.

Per tutte le altre finalità non si registrano grossi scostamenti, tranne “l’Arredamento”, che perde la quarta posizione in classifica e vede la sua market share flettersi dal 13,4% all’8,2 per cento.

 

Tassi in salita ma non per l’online

Guardando alle rilevazioni di Banca d’Italia sul totale mercato nazionale, nel terzo trimestre del 2020 i tassi medi sui prestiti personali sono balzati al 9,49% rispetto alla precedente rilevazione dell’8,68%, mentre i tassi dei prestiti finalizzati sono passati dall’8,95% al 9,03 per cento. Stabili invece i tassi sul canale online, con un minimo aggiustamento dal 6,58% al 6,61 per cento. Diventa così ancora più marcato il risparmio ottenibile sugli interessi grazie al canale online, dove è possibile strappare offerte interessanti e anche più convenienti rispetto all’anno scorso, almeno su alcune scadenze. Per esempio, un prestito con una durata di 8 anni per l’acquisto di un’auto nuova aveva a dicembre un costo del 7,89%, mentre a gennaio la migliore offerta aveva un Taeg del 6,22 per cento. In calo anche le migliori proposte da 2 a 5 anni, mentre le altre scadenze sono rimaste praticamente invariate.

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