Parte da Napoli l’appello a riaprire le discoteche.

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Una significativa rappresentanza di imprenditori, dj e lavoratori del night clubbing campano si è ritrovata al Joia per discutere del futuro delle discoteche, chiuse per effetto del D.p.c.m. di inizio settembre.

Promosso da Piero Nannola, il confronto ha preso il via con l’analisi della realtà vissuta dalle sale da ballo dopo il caso Billionaire.

Oltre ad evidenziare come, dati alla mano, le aziende del by night abbiano un alto tasso di occupazione giovanile e rappresentino importanti realtà imprenditoriali, gli intervenuti hanno sottolineato alcuni dati di fatto e una serie di paradossi causati dal decreto del Presidente del Consiglio.

In primis, si è fatto notare come non si sia registrato alcun focolaio di contagio all’interno delle discoteche campane.

Subito dopo, è stato puntato l’indice sul proliferare di eventi con attività di ballo all’interno di strutture private: una situazione, appunto, paradossale che penalizza quegli imprenditori del mondo della notte che hanno investito nella messa in sicurezza delle proprie strutture e ora sono costretti a stare fermi.

La discussione si è poi spostata sulle prospettive, poco rosee al momento, del comparto.

“Non vogliamo morire di pandemia economica” ha dichiarato Piero Nannola, che dal 2004 guida il Joia. “Chiediamo di poter riaprire nel pieno rispetto della tutela della salute dei nostri clienti e dei nostri dipendenti. Rivolgo quindi un appello alle istituzioni e alle forze politiche affinché prendano in considerazione le nostre esigenze”.

Tre i punti su cui gli intervenuti si sono trovati d’accordo. La richiesta di ripristino dell’ordinanza n.59 della Regione Campania con la quale si consentiva, a determinate condizioni, le attività di ballo in prossimità dei tavoli, anche al chiuso.

È vero che l’ordinanza di sospensione di tali attività emessa dal ministero della Salute dal 16 agosto non ammette deroghe regionali, ma è altrettanto vero che la Regione Campania può porre la questione a livello nazionale e, comunque, in assenza di proroghe dopo il 7 ottobre, dovrà prendere una decisione. Chiesti, poi, maggiori controlli e sanzioni amministrative nei confronti di chi non rispetta le regole. Infine, è stata chiesta la sospensione per dodici mesi delle tasse regionali a carico delle imprese di intrattenimento.

“Siamo pronti a fare la nostra parte” ha affermato Piero Nannola in conclusione “Abbiamo già previsto una considerevole riduzione dei posti per garantire il distanziamento sociale e abbiamo predisposto una serie di azioni per la rilevazione della temperatura all’ingresso; la somministrazione controllata di cibo e bevande; l’areazione e sanificazione continua degli ambienti; la facilitazione dei pagamenti online. Ora tocca alle istituzioni e alla politica decidere se possiamo continuare a fare impresa o se dobbiamo chiudere per sempre (ANSA).

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