Può un silenzio diventare assordante e far estremo rumore? Si, soprattutto se il silenzio viene dalle istituzioni.
“Siamo fatalmente arrivati a giugno e nessuno, né le istituzioni né il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede hanno saputo dare risposte concrete a tutti i praticanti avvocato italiani che aspettano di conoscere la propria sorte”. È quanto sostiene la dottoressa Claudia Majolo, Presidente di Upavv. “Il continuo ed esasperante silenzio sulle nostre istanze è davvero inaccettabile, oltre che vergognoso. “Sono mesi – continua la dottoressa Majolo – che abbiamo interpellato le Corti di Appello di tutta Italia per avere risposte certe e concrete sull’,avanzamento delle correzioni degli elaborati scritti sostenuti a dicembre. Le risposte alle istanze, laddove ricevute, sono state scarne e incomplete, così come dimostrano i dati fino ad ora raccolti. In alcune Corti d’Appello, soprattutto quella di Milano che corregge gli elaborati di Napoli, la percentuale riportata è vicina allo 0. E questo è inaccettabile, soprattutto in considerazione delle parole di alcuni commissari e presidenti di commissione secondo cui, non solo le operazioni di correzione sarebbero riprese dopo il periodo di stop dovuto all’epidemia di Covid, ma starebbero anche per terminare. Allora perché i dati non combaciano? Perché l’esercito dei praticanti avvocato è destinato a restare nel limbo?”Come esaminandi – spiega la presidente Majolo – abbiamo richiesto a tutte le Commissioni che sia fatta finalmente luce sullo stato effettivo delle correzioni degli elaborati, chiedendo altresì se i vari organi esaminatori si stessero avvalendo della facoltà prevista dal DL rilancio di correggere da remoto. Allo stato attuale, però, nessuna risposta è stata fornita in merito”. Secondo la dottoressa Claudia Majolo, in particolare, ” il comportamento delle varie commissioni è a dire poco reticente, creando una situazione di stallo davvero assurda”. Senza contare, inoltre, che mentre per determinate categorie di professionisti sono state previste delle procedure semplificate, per gli aspiranti avvocato non è stato previsto alcunché. A ciò si aggiunge anche l’incertezza derivante dai diversi emendamenti presentati al Governo ma non ancora presi in considerazione in modo concreto. Si crea così una disparità di trattamento evidente, creando professionisti di serie a e di serie b che non chiedono altro di portar a compimento il percorso abilitativo iniziato con i 18 mesi di pratica obbligatoria. A ciò si aggiunge, inoltre, la possibilità che le corti d’appello più piccole inizino a pubblicare i risultati a fine giugno mentre per le tre più grandi, Roma, napoli e Milano, gli esiti potrebbero arrivare anche in autunno giacché il Governo non ha previsto alcun obbligo di contemporaneità per la comunicazione dei risultati. “Così non si va avanti -conclude Claudia Majolo – le istituzioni devono prendere seriamente in considerazione le nostre istanze, rispondendo puntualmente e in modo definitivamente chiaro ed esaustivo”.