Biografia di un personaggio illustre: Alfonso Ridola.

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Alfonso Ridola nacque a Napoli il 28 aprile 1843 figlio di nobili di grande prestigio. Venne alla luce nel quartiere di San Lorenzo, luogo assai caratteristico ed antico dove viveva una vera e spontanea napoletanità. La sua famiglia aveva tradizioni giuridiche ben salde: sia il padre che il nonno erano stati degli illustri avvocati; il padre Emmanuele, sposato con Francesca Guida (figlia di Tommaso – chirurgo di chiara fama e della nobildonna Anna Maria Franchi), fu amico dell’avvocato Enrico Pessina. Invece il nonno sindaco di Matera negli anni 1803, 1824 e 1832 nonché cugino di Domenico Ridola, senatore, medico ed archeologo che fondò il Museo Archeologico Nazionale di Matera. Il Ridola grazie alla propria cultura, fu un osservatore obiettivo della realtà: tradizionalista in certi valori ma innovatore sotto molti aspetti. Fu uomo di legge e di diritto ed ebbe ai posteri un senso della giustizia, valore portante della sua vita.

Alfonso Ridola credeva nella tradizione e in ciò che essa trasmetteva; fu combattivo all’opposto contro quegli aspetti della cultura meridionale fonte di ignoranza e povertà: il fatalismo, l’accettazione passiva, la subordinazione acritica, la depressione intellettuale, la borghesia reazionaria chiusa formalista nella sua acquiescente immobilità. Esempi caratteristici della sua attività forense furono il “processo Gizio” nel quale, costituitosi parte civile, dimostrò le avvenute malversazioni amministrative, e il “processo Casale Summonte” nel 1902 in cui fu ancora parte civile del Comune di Napoli. Alfonso Ridola si laureò a Napoli in giurisprudenza a 22 anni, si iscrisse all’ordine degli avvocati. Fu giudice ordinario ed anche il primo avvocato del Comune di Napoli ove collaborò con Giovanni Porzio, Carlo Fiorante, Edoardo Ruffa ed il suo caro amico Gaetano Manfredi con il quale creò l’associazione per la gratuita difesa dei poveri. Ebbe una vita sociale movimentata, garibaldino conobbe Giuseppe Garibaldi. Poi fondò un settimanale «Il Manzoni» che vide la luce nel 1861 (anno dell’unità d’Italia). La redazione oltre al Ridola era composta dal professore universitario Alberto Agresti, dal letterato Eugenio Francesconi ,dall’avvocato Giuseppe Tarantini e dal letterato Federigo Riccio. Il Manzoni» fu un giornale settimanale che si caratterizzò per l’elegante stile italiano e l’accortezza della lingua, doti certamente non molto diffuse in quei tempi. La rivista trattò diverse materie, tra le quali ad esempio si distinsero alcune eccellenti biografie di illustri italiani, alcuni scritti scientifici del noto direttore dell’osservatorio del Vesuvio, il prof. Luigi Palmieri, e alcune considerazioni interessanti del prof. Ferdinando De Luca sull’insegnamento della geografia, ed altri scritti come quelli dei letterati Leopoldo Rodinò e Carlo Lanza.
Si creò una corrispondenza epistolare tra Alessandro Manzoni ed il Ridola protrattasi per un lungo periodo di tempo. La prima lettera è del 1861, Ridola inviò una lettera al Manzoni (su carta listata a lutto per la recente morte di Teresa Manzoni Borri moglie del Manzoni), la quale corrispondeva proprio alla “presentazione” dell’Albo che il giovane napoletano aveva scritto e fatto conoscere all’autore dei promessi sposi inviandogli in omaggio un esemplare del primo numero della rivista. Il Manzoni rispose, poi, con la lettera da me allegata. Ridola si sposò nel 1877 con la nobildonna Maria Consiglia Murolo dalla ebbe 8 figli, tra cui spiccano Mario, pittore del circolo Posillipo che fondò l’Accademia di Belle Arti a Tirana e Francesca che sposò l’ingegnere Gioacchino Luigi Mellucci, bisnonno del sottoscritto. La parte finale della sua vita fu dedicata interamente agli studi giuridici e si fece apprezzare come principe del foro nel Tribunale di Napoli, dove ancora oggi il suo nome è ricordato con rispetto e ammirazione. Fu autore inoltre di notevoli pubblicazioni in molteplici riviste tra le quali «Il Filangieri» (1883, 1885), «Rivista Penale» (1893, 1894,1907) e «Giustizia Penale» (1899).

Inoltre pubblicò anche in lingua francese testi di diritto penale e penitenziario; Numerosi furono i testi giuridici, dal campo civilistico a quello penale; importanti quelli riguardanti la pubblica amministrazione:
«Difesa dal Municipio di Napoli parte civile contro Telemaco Persiani, Ferdinando Lo Russo e Longone Gaetano» ,
Difesa di Nicolangelo Jafigliola parte civile contro il cav. Francesco Del Vasto imputato di appropriazioni indebite : presso la sezione di accusa,
«Difesa dell’ingegnere Signor Enrico Alemagna e del Sindaco di Napoli del giudizio penale»,
«Difesa dei sig.ri Donato Iannace e Saverio Baccari, imputati del reato preveduto dall’articolo 349 codice penale quali testimoni istrumentari presso la Sezione di Accusa»,
Una questione di procedura penale, Napoli.
In riconoscimento dei suoi indiscussi meriti, su proposta dell’avvocato Gianturco Emanuele, Ministro di Grazia e Giustizia, con decreto del 11 novembre del 1900 fu nominato Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia . Mori nel 1917, l’anno precedente alla fine della prima guerra mondiale, la quale, sia pure con un prezzo altissimo di sacrificio umano, portava alla sua massima estensione il territorio dello stato italiano.
Questa biografia, sia pure in forma limitata, è stata fonte di grande soddisfazione e di una passione sempre crescente. Sono un discendente di Alfonso Ridola e ciò mi rende orgoglioso: è per me un esempio illustrissimo e uno stile di vita che non tramonta mai e che spero possa essere per me una guida nel superare le difficoltà della vita.
G.M

Ringraziamenti
Spero di non dimenticare nessuna delle persone che mi hanno aiutato: tra queste il prof. Gianmarco Savini, il dott. Giuliano Capecelatro, il dott. Roberto Linzalone, il dott. Nicola Grande, il prof. Massimiliano Pecora, il prof. Angelo Stella, gli avv. Bruno Crimaldi e Giuseppe Tarallo dell’Avvocatura comunale di Napoli ed i miei genitori per il prezioso aiuto nell’organizzazione di questa biografia.

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