Il Museo di Capodimonte di Napoli vieta l’accesso ai gruppi organizzati nei giorni della Settimana dei Musei (dal 5 al 10 marzo), oltre che negli altri giorni ad ingresso gratuito. Di conseguenza né operatori turistici, con tour magari già organizzati, né guide turistiche abilitate possono svolgere il proprio lavoro a Capodimonte, mentre, negli stessi giorni, il Museo, organizza eventi e visite didattico-guidate utilizzando personale interno. La situazione paradossale viene segnalata dall’Associazione Guide Turistiche Campania che sottolinea l’assenza di accordi e dialogo tra le realtà museali e degli operatori del turismo.
“E’ assurdo che gli agenti di viaggio – spiega Pietro Melziade, presidente dell’Associazione Guide Turistiche Campania – promuovano con slancio i siti archeologici e museali campani, alle fiere e presso i tour operator stranieri e poi, in occasione della settimana dei musei si vedono chiusi fuori da Capodimonte, mentre magari avevano già previsto delle visite. Un gruppo che resta in città massimo 5 giorni, in questo periodo, non può essere accompagnato nel Museo. Ci chiediamo se ciò aiuti il turismo. Inoltre mentre alle guide turistiche abilitate, che di fatto garantiscono visite anche a napoletani, viene impedito l’accesso con un gruppo, il Museo ha organizzato eventi e visite con personale interno. Viene il dubbio si tratti di una discriminazione.
La decisione del direttore Sylvain Bellenger, – continua Melziade – lascia attoniti i professionisti del turismo dell’intera penisola perché è stata presa in maniera unilaterale e senza nessun confronto con gli operatori del settore. E viene spontanea la domanda circa la motivazione di tale scelta: se il divieto è legato, come specificato, alla volontà di ‘garantire la tutela delle opere d’arte e dare a tutti l’opportunità di godere al meglio della visita al museo’ per la grande affluenza come mai non si limitano anche le visite interne?
Questa politica indubbiamente non solo fa perdere visitatori ma non tiene conto neppure del ruolo della guida che non consiste solo quello di spiegare la storia del posto, ma anche indirizzare i gruppi e gestirli soprattutto in situazioni di grandi flussi.
A nostro avviso – conclude Pietro Melziade – bisogna riavviare una politica di dialogo e cooperazione tra realtà che hanno lo stesso obiettivo. Non è pensabile parlare di turismo senza considerare chi opera direttamente nel settore che, oggi, non solo non viene consultato ma addirittura viene ostacolato nel suo lavoro. Con ovvie ricadute. E non è solo il caso di Capodimonte. Duole constatare, infatti, che anche al Museo Archeologico di Napoli sono nati ulteriori disagi. È stata, infatti, eliminata la priorità alla cassa della biglietteria per le guide turistiche con gruppo a seguito. Un sistema che alleggeriva le code di turisti e le attese perché la fila più scorrevole avvantaggiava tutti. Una priorità che esiste da sempre in un sito di importanza mondiale come Pompei e che è stata da un giorno all’altro soppressa, senza preavviso, al MANN, un museo di solito sempre all’avanguardia, che fa così un eclatante e inaspettato passo indietro nella sua capacità di accoglienza e gestione del flusso di visitatori”.