Maestri di strada, preti di periferia, operatori di centri minorili, animatori sociali, sono figure che si prendono cura di ragazzi, soprattutto quelli con minori opportunità e a rischio di esclusione sociale, attraverso l’educazione non formale. Oggi per l’Europa tutte queste figure hanno un nome: Youth Worker (o animatori socioeducativi).
Il 15 aprile alle ore 11 si terrà una conferenza internazionale dal titolo “Recognise it!” alla Stazione Marittima (Sala Galatea) di Napoli, organizzata dall’Agenzia Nazionale per i Giovani, con l’obiettivo di accendere i riflettori su questo ruolo professionale a livello locale, nazionale ed internazionale.
L’evento, organizzato e finanziato nell’ambito del Piano di cooperazione transnazionale nell’ambito del Programma comunitario Erasmus+: Gioventù in Azione, in partenariato con le Agenzie Nazionali Giovani di Germania e Francia, i Centri Risorse Salto-Youth Euromed and Good Practices e Training & Cooperation, chiamerà a raccolta nel capoluogo campano circa 100 Youth Worker provenienti da tutta Europa e dai Paesi della riva Sud del Mediterraneo: Belgio, Bulgaria, Croazia, Germania, Ungheria, Lituania, spagna, Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Palestina, Tunisia, Italia, Cipro, Francia, paesi Bassi, Portogallo, Marocco, libano, Slovacchia, Francia, Serbia.
«Lo Youth Worker è una figura professionale di estrema rilevanza nella vita dei giovani – dichiara Domenico De Maio, direttore generale dell’ANG – soprattutto per coloro che non hanno facile accesso alle classiche opportunità formative e al mondo del lavoro. Possiamo definirlo “un costruttore di ponti”, ovvero colui che può promuovere un cambiamento sociale intervenendo nella vita dei ragazzi attraverso metodologie e strumenti di educazione non formale. È giusto che venga valorizzato il loro lavoro».
Non esistono ancora dati certificati ma da alcune indagini è emerso che un giovane europeo su due, tra i 15 ed i 30 anni, ha partecipato ad almeno un’attività di natura associativa e che un giovane su cinque ha, in particolare, preso parte alle attività di un club o di un’organizzazione giovanile. Alcuni calcoli stimano in oltre 1,7 i milioni di giovani “youth workers” nel nostro continente.
«La scelta di Napoli non è stata casuale – prosegue De Maio – Abbiamo chiamato a raccolta 100 “social angels” di diverse nazionalità europee lanciando questa sfida da un terra rappresentativa per la sua complessità e che ha partorito tanti esempi virtuosi di riscatto sociale, tante figure che attraverso l’arte e la disciplina sportiva hanno tolto i ragazzi dalla strada».
Alla conferenza interverranno il Direttore Generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani Domenico De Maio, l’Assessore ai Giovani ed al Patrimonio del Comune di Napoli Alessandra Clemente, la Capo Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri Valeria Vaccaro, il Vicedirettore dell’Unità di Coordinamento Erasmus+ della Direzione Generale Istruzione e Cultura della Commissione Europea Giorgio Guazzugli Marini.
Nel pomeriggio di martedì 16 aprile, gli Youth Worker entreranno in contatto con le organizzazioni locali per arricchire la loro visita attraverso uno scambio di esperienze. Sono state coinvolte le associazioni “Maestri di Strada”, “Quartieri Spagnoli”, “Gioco, immagini e parole”, le cooperative “L’Orsa Maggiore” e “Dedalus”. La giornata si concluderà con una visita all’Istituto penale per minorenni di Nisida. Il giorno successivo condivideranno le esperienze maturate per ragionare sugli gli sviluppi futuri della strategia di riconoscimento del loro ruolo professionale.