Emergenza Pronto Soccorso negli ospedali, Medici Senza Carriere replica a De Luca: i medici di base sono costretti a fare da Caf.

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da Medici Senza Carriere riceviamo e pubblichiamo

Egregio On. Presidente Vincenzo De Luca,

Ci rivolgiamo a Lei, in quanto ciò che ha affermato sulla responsabilità dei medici di famiglia a proposito della crisi dei Pronto Soccorso, in particolar modo del sovraffollamento dell’Ospedale “Cardarelli” di Napoli.

Forse Lei non sa che i medici di famiglia lavorano tutti i giorni nei loro studi dal lunedì al venerdì e che il sabato e la domenica sono impeccabilmente sostituiti dai medici di Continuità Assistenziale; né i primi e né i secondi, tutti medici di medicina generale, inviano pazienti al Pronto Soccorso senza una ragione importante.

I Pronto Soccorso sono affollati, evidentemente, per mancanza di risorse umane: i medici fuggono dai presidi ospedalieri, in particolar modo dai settori di Emergenza, poiché i mezzi di lavoro sono scarsi e perché lo stipendio dei medici italiani è il più basso d’Europa.

Facile affermare che la Sanità ospedaliera non funziona a causa dei medici di famiglia che invitano i propri pazienti a recarsi al Pronto Soccorso impropriamente!

Lei, evidentemente, ignora che accade l’esatto contrario!

Dalle sue parole si deduce che non è mai entrato in uno studio di un medico di famiglia. Che non sa che questi studi sono sovraffollati a causa di omissioni da parte dei dirigenti ospedalieri, di Pronto Soccorso e dei reparti ospedalieri nell’emettere i certificati telematici di malattia, ai sensi dell’ Articolo 1, comma 149, legge n. 311/2004 (legge finanziaria
per il 2005), ai sensi della Circolare 11 marzo 2010, n. 1, del Dipartimento della funzione pubblica e del Dipartimento della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e dell’innovazione tecnologica pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 112 del 15 maggio 2010 e ai sensi del decreto del Ministro della salute 18 aprile 2012; e non sa che tale omissioni sono
anche da parte dei medici specialisti convenzionati ASL, così come da ogni medico che lavora in strutture sanitarie convenzionate e private e da ogni medico che svolge la propria libera professione.

Le omissioni dei certificati telematici di malattia costringono il paziente a doversi recare dal proprio medico di famiglia, anche in palesi condizioni di convalescenza, condizione che possono innescare episodi di violenza, come dagli ultimi fatti di cronaca dei territori
della provincia napoletana. Così come non sa che la ricettazione dematerializzata o su ricettario regionale è puntualmente e quotidianamente omessa dai medici ospedalieri e dai medici specialisti convenzionati ASL; forse questo lo sa, dato che Regione Campania, a mezzo stampa, ha dichiarato che entro luglio “Non solo i medici di base, ora anche gli specialisti scriveranno le ricette”.

I medici di famiglia vengono letteralmente presi d’assalto ogni giorno per richieste improprie, spesso scatenate da medici specialisti, i quali sui loro referti chiedono al paziente di sottoporsi a questo o quell’esame diagnostico, anche quando palesemente non vi è appropriatezza, e sono i medici di famiglia a dover subire il conseguenziale conflitto con i pazienti, che esigono proprio quell’esame inappropriato, in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale.

Ciliegina sulla torta, i centri diagnostici convenzionati che emettono prestazioni in convenzione solo per i primi dieci giorni del mese, a causa di esaurimento del budget mensile che mette a disposizione Regione Campania.

Ulteriore causa di sovraffollamento degli studi dei medici di medicina generale sono a causa di richieste di certificazione scolastica, al limite della legalità, poiché tali richieste violano la normativa vigente e, spesso, consistono in certificazioni fasulle, per giustificare le assenze degli studenti, anche questi ultimi non sono stati mai ammalati.

Per non parlare di ciò che è successo tra dicembre e marzo, quando la mancata adempienza da parte delle AASSLL ha scaricato sui medici di famiglia il lavoro burocratico di certificazione di fine isolamento per infezione COVID-19; addirittura dirigenti e funzionari aziendali invitavano i Cittadini a rivolgersi al proprio medico di famiglia per il rinnovo del Green Pass!

Tutto ciò rende lo studio di medicina generale, non più un presidio medico, ma una sorta di CAF (centro di assistenza fiscale) è uno spaccio di ricette, impedendo al medico di avere il tempo per dedicarsi in maniera più approfondita alla clinica e poter avere la possibilità di visitare i pazienti con apparecchiature di diagnostica di primo livello, come, già da
prima della pandemia, sta richiedendo il Ministero della Salute.

Alla luce dell’annuncio della riforma della medicina territoriale campana, ci aspettiamo che questo non resti solo uno slogan, dato le enunciate irrisolte criticità.

https://fb.watch/dk9Y8G4pGH/

Prima dei proclami andrebbe concertato con la Categoria ciò che un medico di famiglia deve fare, ma anche ciò che non deve fare, a chiare lettere.

Presidente De Luca, la invitiamo a trascorrere un’intera giornata in uno studio di medicina generale, insieme ad uno dei tanti medici di famiglia, che ogni giorno, dalle 8 alle 20, e anche oltre, sono sempre pronti e solerti nel dare la pronta risposta di assistenza, anche quando la richiesta non è stata completamente esauriente da parte di altre strutture sanitarie.
Restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti

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