È il giornalista più contestato nei talk in TV ed è considerato il più antipatico nei dibattiti: Francesco Borgonovo, classe 1983 e originario di Reggio Emilia, ha rilasciato un’ampia intervista a MOW (mowmag.com) in cui il vicedirettore de La Verità racconta come è fare il mestiere di giornalista nel 2022 e commenta i temi attuali nel Paese oggi, tra: notizie vere e false, insegnamenti dei maestri, analisi dell’attualità e della Politica, nonché posizioni scomode, come quelle care ai fan del “complottismo”: «il complottismo è tutto quello che non sta bene alla verità ufficiale. Ci sono semplicemente delle notizie che sono vere e delle notizie che sono false, punto.»
Lo stile elegante e il tono puntiglioso, nonché la malizia nell’esposizione dei fatti, non risparmiano il green pass, che collima con un sistema di controllo: «Certo, ed è una finalità dichiarata. Il modello dell’Occidente è il capitalismo della sorveglianza», che sfiora una “dittatura morbida”: «Non c’è la dittatura nel senso novecentesco, non c’è il totalitarismo, almeno per ora. Ci sono delle tendenze culturali a cui noi tutti collaboriamo, così come spiega un filosofo bravo che si chiama Paolo Musso e che parla dell’auto totalitarismo: esistono i carnefici e le vittime, ma con gradazioni diverse tutti partecipiamo ad andare nella stessa direzione».
La Verità è il quotidiano nazionale con l’attuale crescita più alta in Italia, un’avventura editoriale di cui Francesco Borgonovo ricorda a MOW i primi passi : «dal minuto zero», ripercorrendo il proprio iter personale, fin dagli esordi: «a metà degli anni Duemila, credo che il primo pezzo sia stato un’intervista a Tinto Brass sulle quote rosa, un po’ di politica e cronaca – prosegue nel racconto su mowmag – poi stavano rinnovando le pagine culturali ed è arrivato Alessandro Gnocchi, che adesso è al Giornale, bravissimo, un maestro e un amico, ed è stato lui che mi ha portato da Vittorio Feltri, il direttore di allora» Nel lungo dialogo pubblicato dal magazine lifestyle di AM Network, Francesco Borgonovo illustra schietti aneddoti circa i direttori e i colleghi con cui ha interagito: da Alessandro Sallusti a Mario Giordano, passando per Selvaggia Lucarelli, Andrea Scanzi o Marcello Veneziani, nonché si apre a una personale confessione: «devo chiedere scusa a Travaglio».
Un mistero da inchiesta è invece la vita privata di Francesco Borgonovo: un giornalista che ride poco e fuma molto, ma ha anche una passione per gli animali e non si confida nemmeno sullo spinoso tema della vaccinazione: «ma saranno ca**i miei?». così come sui propri interessi sentimentali, tema su cui è spesso stato pungolato da David Parenzo, conduttore con Giuseppe Cruciani dell’irriverente trasmissione La Zanzara su Radio24: «talvolta ha pure fatto allusioni, illazioni, magari mettendole in correlazione al fatto che sui temi gender ho una posizione molto netta». E ancora: l’attuale Politica e i suoi protagonisti, la formazione e la destra identitaria, fino alla personale visione dello zetigeist in cui tutti viviamo: il dialogo in esclusiva col direttore Moreno Pisto e con fotografie di Giorgio Serinelli, è pubblicato solo sulle pagine digitali di MOW https://mowmag.com/attualita/francesco-borgonovo-il-complottismo-non-esiste