Il giornalista Pasquale Napolitano è stato condannato dal giudice monocratico del Tribunale di Nola a otto mesi di carcere per diffamazione a mezzo stampa.
Napolitano è stato processato per un articolo sull’Ordine degli avvocati di Nola pubblicato per il quotidiano online Anteprima24 ad aprile 2020.
Quattro anni più tardi, il giudice monocratico del tribunale di Nola (quindi un altro avvocato) lo ha condannato al carcere e a una multa da 6500 euro. Pena sospesa per le attenuanti generiche, quindi Napolitano non andrà in prigione.
Otto mesi di carcere per diffamazione a mezzo stampa oltre al risarcimento dei danni e delle spese legali. È questa la sentenza emessa dal Tribunale di Nola per il giornalista Pasquale Napolitano. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania, al quale il collega è iscritto, ha già attivato il proprio ufficio legale per preparare un ricorso in Appello contro la decisione del giudice onorario che riteniamo assolutamente sproporzionata. L’articolo di mille battute, quindici righe appena, è stato pubblicato dal giornale online Anteprima24 e riguarda l’Ordine degli avvocati di Nola per una vicenda del 2020. Proprio per una causa che riguardava Pasquale Napolitano il SUGC presentò l’eccezione di incostituzionalità che ha portato poi alla decisione della Consulta di dichiarare incostituzionale il carcere per i giornalisti. È singolare che una sentenza del genere arrivi da un giudice non togato e che non contempli in alcun modo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, seppure per un altro articolo di legge, sul carcere per i giornalisti.