Incidere la memoria, Palazzo Mellucci

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L’ingegnere Gioacchino Luigi Mellucci, uomo di cultura con idee nuove indirizzate allo sviluppo civile con una vita trascorsa nella città di Napoli dal 1874 al 1942, sempre rivolta alla conoscenza della realtà in trasformazione.

Ricordo che durante un viaggio a Londra e nelle interminabili passeggiate che facevo lo sguardo si posava assai spesso su delle targhe blu, dalle scritte bianche, recanti i nomi di personaggi più o meno famosi che all’interno di quelle mura avevano trascorso tutta o parte della loro vita.

Sono le London Blue plaques, targhe commemorative dedicate a personaggi storici che hanno abitato dietro quei muri di cui si occupano organismi come la English Heritage, che nel 2016 ha celebrato il 150’ anniversario con la posa di una nuova targa.

Le blue plaque esistono dal 1867 e da allora sono diventate in tutta Londra circa 900. La prima, posata era dedicata al poeta George Byron. Poiché Napoli, come Londra, è una città che ama ricordare e ripercorrere la sua storia anche attraverso quella dei suoi illustri abitanti, noi come Associazione Culturale Un Giorno abbiamo pensato di suggerirvi un percorso della città da fare rigorosamente a piedi (viva lo “slow motion”.)

Una tradizione antica, quella di ritagliare luoghi nelle città italiane da dedicare a chi merita di essere ricordato dai posteri che verranno, targhe, lapidi o monumenti che ci aiutano a non dimenticare chi, per un motivo o per un altro, è parte della nostra storia.

Molto spesso ci passiamo davanti, senza prestare attenzione, mentre alcuni nemmeno ne conoscono l’esistenza.

Per questo è importante, invece, raccontare una Napoli fatta di scorci, di piccoli spazi, lapidi, o targhe, sono molte ma in questo viaggio nella memoria si comincia dal Palazzo Mellucci in via stella 45 a Napoli in uno dei quartieri più antichi della città, quello di Stella in cui il cippo (sarà inaugurato con l’affissione della Targa commemorativa all’ingegner Mellucci Gioacchino Luigi  il 29 dicembre 2023 grazie alla collaborazione del dottor Giuseppe Gargiulo giovane amministratore di tale condominio) ci ricorda che in questo palazzo uno dei primi patrizi costruiti su via Stella dal casato Mellucci, eretto tra il XVIII e il XIX secolo, poco più avanti è situato il Palazzo del Principe di Sannicandro; sul posto era già presente un palazzo seicentesco e taluni corpi di fabbrica medioevale: la facciata un tempo affrescata viene radicalmente mutata nel tempo in stile neoclassico, finito nel 1793, visibile dall’esterno è l’atrio del palazzo, un tempo affrescato. In codesto palazzo ha vissuto l’ingegnere e docente Gioacchino Luigi Mellucci (Curti, Caserta, 1874 – Napoli 1942)fu Pasquale legale e Sindaco di Curti(CE) e donna Adele Gaudiosi.

Luigi Mellucci dedicatosi all’attività edile sin dai primi anni del Novecento (subito dopo gli studi in Ingegneria), Mellucci è stato un importante esponente del Liberty napoletano: grazie all’uso del cemento armato ha saputo risolvere i problemi strutturali tipici degli edifici dell’epoca, rispettandone la piacevolezza estetica. Tra i progetti più significativi si ricordano il Complesso Termale di Agnano, il Cinema Teatro Augusteo e la Funicolare Centrale, vari palazzi in via parco Margherita, lo stadio A. Franchi di Firenze, la Funicolare di Capri, la Litoranea di Ischia, il Mercato delle Erbe a Bologna, il Palazzo della Provincia di Ravenna, il Palazzo dell’Edilizia a Salerno : lo potremmo definire come colui che intuì problematiche relative all’urbanistica della città di Napoli sapendo trovare giuste soluzioni nel rispetto dei suoi contemporanei.

Per ammirare le sue opere architettoniche basta recarsi nel quartiere Chiaia in via dei Mille e volgere lo sguardo verso il bel palazzo Leonetti ed il palazzo Mannajuolo in tipico stile liberty: alcune di queste opere sono state progettate con gli ingegneri  Pier Luigi Nervi, Germano e Francesco Ricciardi, Centola, Arata, Tancredi Zeni, Ferruccio Muggia, Giuseppe Mannajuolo.

Ci sono forme d’arte considerate minori e spesso dimenticate o giudicate con superficialità, che hanno però la singolare capacità di raccontare, nella maniera più affascinante, la storia dei luoghi in cui sono conservate. L’uso di affiggere targhe e lapidi commemorative ha una tradizione antica e risale all’epoca dei Romani. In tutte le città più importanti del paese, Roma, Napoli, Firenze, Venezia, Bologna ma anche nei centri più piccoli si possono trovare questi “squarci di passato”, alla portata di chiunque vi passi davanti.

È davvero emozionante pensare che, transitando per caso in una via, ci si possa imbattere nella memoria storica di quei luoghi, narrata in poche e ispirate parole. È come leggere la città, entrare in contatto con il lato quotidiano di eventi e personaggi con una semplicità e immediatezza che nessun libro di storia può offrire. Si tratta di vere e proprie testimonianze archeologiche che ci raccontano la vita privata dei grandi uomini oppure ci tuffano nel ricordo degli avvenimenti cui quei luoghi hanno assistito come il palazzo Mellucci.

Le più diffuse sono quelle che commemorano il soggiorno di grandi personaggi nei posti dove sono affisse, quelle che cominciano con “Qui visse” come il Leopardi, Virgilio.

In chiusura ritengo di dover segnalare l’aiuto che mi hanno dato il prof. Giorgio Mellucci (nipote dell’ingegnere ), il Dottor Giuseppe Gargiulo amministratore del palazzo ex Mellucci,il Rettore dell’Accademia Auge di Napoli avv. Giuseppe Catapano,il dott. Gaetano Bonelli direttore del Museo Bonelli,il dott. Mauro di Martino,l’arch. Alessandro Castagnaro, il cardiochirurgo Paolo Napolitano e l’avv. Marco Mea.

 

Imma Danilo Canditone

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