Dal 26 al 28 settembre, a partire alle 9.00, si terrà il Convegno “La violenza e le sue vittime: problematiche etiche e medico-legali” organizzato e presieduto dal professore Massimo Niola, ordinario di medicina legale e direttore della Scuola di Specializzazione dell’Università Federico II di Napoli.
L’evento si terrà al Centro Congressi Federico II (via Partenope 36) a Napoli ed è patrocinato dalla SIMLA, Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni.
“La violenza nei confronti della persona – sottolinea il professore Niola – rappresenta un fenomeno che affonda le proprie radici negli albori della storia stessa del genere umano; tuttavia, nella realtà contemporanea ha assunto caratteri inquietanti al punto da scatenare un vero e proprio allarme sociale. Si tratta, infatti, di un fenomeno ubiquitario e trasversale, essendo presente in ogni classe sociale e categoria: donne, minori, persone con disabilità, soggetti anziani e/o con fragilità psichica, migranti, detenuti, studenti, lavoratori”.
Gli ultimi dati a disposizione relativi al 2023, forniti dal Servizio analisi criminale del dipartimento di pubblica sicurezza e Save The Children Italia, dicono che le forze dell’ordine hanno effettuato per “presunte violenze di genere o domestiche” oltre 17mila controlli che hanno coinvolto poco meno di 44mila persone, di queste sono state 19.152 le presunte vittime. Ma il fenomeno è certamente più articolato e profondo di quanto non dicano i numeri dei controlli: l’Istat riferisce che nel 2023 le richieste ricevute dal numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, il 1522, sono state 51.713, in significativo aumento rispetto agli anni precedenti. Flussi di dati che andrebbero poi ulteriormente ampliati con i capitoli dedicati alle persone con disabilità o agli anziani – secondo l’OMS ogni anno nei Paesi europei 4 milioni di anziani sono vittime di abusi fisici e psicologici – fino ai minori e a tutti i soggetti con fragilità psichica. Fenomeni più o meno censiti che però testimoniano una grande emergenza della contemporaneità e, in questo contesto, il medico legale detiene un ruolo centrale.
“Tale scenario – spiega il professore Niola –, calato nella realtà nazionale ed internazionale, non appare essere contrastato da adeguate misure preventive e di deterrenza, stante anche il frammentato assetto normativo e la mancata sinergia tra le diverse componenti sociali. Una concreta azione di contrasto al fenomeno della violenza nei confronti della persona non può, quindi, prescindere da interventi radicali e su più fronti, tesi innanzitutto alla prevenzione del fenomeno e ad assicurare alla vittima di violenza in genere una adeguata tutela.”
Era stata proprio SIMLA, con un documento diffuso lo scorso anno, a insistere sulla necessità di garantire la presenza di medici legali in tutte le strutture di pronto soccorso, in quanto si tratta di una figura fondamentale nell’analisi dei fattori di rischio, detenendo quelle competenze per approntare le procedure necessarie per registrare una corretta raccolta e conservazione delle tracce forensi, nonché la diagnostica differenziale tra lesione accidentale e non accidentale. Un impegno da estendere all’intera accademia in un confronto dal respiro internazionale grazie agli autorevoli relatori che parteciperanno al convegno napoletano. Tra gli altri, saranno presenti il professore Francesco Introna, ordinario di Medicina Legale all’Università “Aldo Moro” di Bari e presidente SIMLA, la professoressa Antonina Argo e il dott. Franco Marozzi, vicepresidenti SIMLA, e il dott. Lucio Di Mauro, segretario SIMLA.
“È con questa convinzione e auspicio – conclude il professore – che è apparso doveroso per le Istituzioni universitarie sollecitare (anche mediante il confronto con esperti nazionali ed internazionali, rappresentanti delle Istituzioni ed esponenti delle Associazioni antiviolenza) l’elaborazione di strategie di intervento collettivo che consentano di promuovere l’emancipazione culturale, attraverso la quale elaborare efficaci strategie di prevenzione e gestione del fenomeno. Nel corso delle relative sessioni verranno approfonditi, in dialogo con gli autori e successiva discussione del gruppo, contribuiti articolati in tre macroaree: la violenza domestica; la violenza nelle istituzioni; la violenza sociale o nelle relazioni con l’altro”.