Liberi professionisti e formazione: i corsi più richiesti riguardano competenze gestionali e relazionali. Ma in Italia il 70% della popolazione adulta non segue percorsi aggiornamento.

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Skillingreskillingupskilling: acquisizione, riqualificazione, miglioramento verticale delle competenze. Una triade diventata quasi un mantra nel mondo del lavoro di oggi. Sempre più, infatti, lo sviluppo professionale ruota attorno al conseguimento e all’aggiornamento di conoscenze e abilità che permettano di confrontarsi con un mercato in continuo cambiamento e rispondere prontamente a nuove sfide e responsabilità.

Il bisogno di lavorare sulle competenze professionali è un’emergenza di portata internazionale. Lo riferisce il World Economic Forum, rilanciando a sua volta una stima dell’Ocseoltre un miliardo di persone – quasi un terzo della forza lavoro globale – dovrà aggiornare le proprie competenze entro il 2030.

La formazione per il successo: le capacità gestionali, organizzative e relazionali

Stando ai dati raccolti da un’indagine Ocse, in Italia il 70% delle persone adulte non partecipa a percorsi di formazione: ben 20 punti percentuali sopra il tasso medio di disimpegno nei Paesi appartenenti all’area Ocse. Un dato che mal si concilia con le tendenze di un mercato del lavoro e di una società che viaggiano a ritmi sempre più veloci, e in cui la formazione continua o permanente, la cosiddetta lifelong learning, è ormai il modello di riferimento per stare al passo. Stare al passo e mantenersi competitivi sul mercato è sicuramente una priorità per i tanti liberi professionisti che gestiscono in autonomia la propria attività lavorativa, e, per assicurarne il rendimento, devono preoccuparsi di aggiornare e ampliare costantemente il proprio ventaglio di competenze.

 

Rispetto al passato, in cui le possibilità di apprendimento si svolgevano perlopiù in contesti tradizionali, oggi le opportunità di formazione – anche per i lavoratori autonomi – sono decisamente più numerose, complice la spinta al rinnovamento portata dall’emergenza sanitaria: «A seguito della pandemia, e di tutte le necessità che si sono venute a creare collateralmente, si è verificata una crescita esponenziale di soluzioni che permettono di accedere a programmi formativi tramite digitalizzazione. Questo progresso è importante per due ragioni fondamentali: permette alle persone di formarsi nei campi più vari ovunque e in qualsiasi momento; consente di offrire un’esperienza sempre più sartoriale che tiene conto dei punti di forza, di debolezza, degli interessi e degli obiettivi di ciascun utente» commenta in proposito Tommaso Certo, Head of Sales di Twenix, azienda impegnata nel settore EdTech che offre percorsi formativi in inglese a imprese e professionisti, che ha realizzato un white paper sugli autonomi e la formazione. «Questo fa sì che tanto i liberi professionisti quanto i lavoratori dipendenti possano intraprendere un percorso di crescita costante e progressiva andando a migliorare in maniera mirata le soft skills in cui si ritengano più carenti attraverso metodi innovativi, personalizzati e soprattutto efficaci». Un’attività svolta in regime autonomo, in particolare, per la sua natura imprenditoriale, richiede capacità ad ampio spettro, tra cui:

 

  • business management;
  • leadership e teamwork;
  • abilità comunicative di interazione e negoziazione (con clienti, collaboratori, partner);
  • problem-solving;
  • gestione del tempo e organizzazione;
  • pensiero strategico e pianificazione.

 

Proprio su questi aspetti si concentrano gli sforzi formativi dei liberi professionisti, come confermano i dati raccolti sui percorsi di formazione più richiesti in Italia sulla piattaforma Twenix.

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