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«Quanto sta accadendo ai medici dell’emergenza territoriale convenzionata è una vergogna. Se la Regione avesse rappresentato correttamente alla Corte dei Conti le ragioni dell’indennità, non ci troveremo oggi a veder calpestati i diritti di medici che, non bastassero i sacrifici fatti per assicurare l’emergenza durante la pandemia, ora devono anche vivere l’angoscia di vedersi decurtato lo stipendio e di essere sottoposti a richieste di restituzioni anche di 90mila euro».
Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli, punta il dito contro un’istruttoria della Regione che valuta «inadeguata e superficiale» perché di fatto si finge di non ricordare le ragioni che portarono all’indennità di 5 euro e 16 centesimi per i medici che a suo tempo permisero di dar vita al servizio dell’emergenza territoriale convenzionata. Ed è proprio con l’indennità di 5 euro e 16 centesimi che le casse pubbliche hanno risparmiato negli anni milioni di euro. Oggi i medici convenzionati del 118 vedono tagli in busta paga fino a 850 euro mensili e restituzioni per somme che arrivano fino a 90mila euro.
«Un’ingiustizia che mortifica questi colleghi – ricorda Scotti – che negli ultimi 12 mesi hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo pur di salvare delle vite, senza poter beneficiare delle indennità Covid previste per i dipendenti e spesso senza ricevere neanche i dovuti dispositivi di protezione individuale».
Queste le ragioni che spingono l’Ordine dei Medici di Napoli a schierarsi apertamente in difesa di questi medici e a ricordare a chi oggi è smemorato quali furono i ragionamenti alla base di quell’indennità.
«All’epoca, in qualità di rappresentante sindacale della continuità assistenziale FIMMG – dice Silvestro Scotti – ero presente ai tavoli. Non rappresentavo l’emergenza convenzionata, ma in qualunque momento sono pronto a testimoniare le ragioni dell’istituzione di quell’indennità. Motivazioni, lo ripeto, che hanno consentito un risparmio milionario alle casse pubbliche». Il presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli ricorda infatti che la nascita del servizio di emergenza sanitaria territoriale fu possibile proprio grazie allo spostamento volontario di medici titolari nel servizio di Continuità Assistenziale (ex guardia medica). Così, dalla divisione dell’organico di circa 3.000 operatori in Campania, tutti di Continuità Assistenziale, nacque il servizio di emergenza sanitaria territoriale. «Grazie a quei 5 euro e 16 centesimi la Regione ebbe modo di istituire il servizio senza dover assumere ex novo altri 1.400 medici. Tutto il risparmio generato in questi anni oggi non viene considerato. Mi chiedo come mai non si rappresenti alla Corte dei Conti la realtà vera delle cose, cioè che i 5 euro 16 non sono mai stati uno spreco, bensì un enorme risparmio. L’Ordine di Napoli – conclude Scotti – non ha la memoria corta e sarà sempre al fianco dei colleghi nel sostenere una protesta più che legittima».