Stroncato da un malore improvviso nella sua casa napoletana, è morto all’età di 67 anni il giornalista Massimo Milone. A dare la notizia è stato il quotidiano partenopeo Il Roma. Direttore di Rai Vaticano da poco in pensione, Milone per dieci anni è stato capo redattore centrale della TGR Campania.
Laureato in giurisprudenza, il giornalista ha collaborato fin da giovane con il quotidiano Avvenire. Entrato in Rai nel 1979, ha seguito come inviato alcuni dei più importanti avvenimenti di cronaca e attualità politica: gli anni di piombo, il terremoto in Irpinia del 1980, il caso Maradona – Sinagra. Dal 2002 al 2008 è stato presidente dell’Unione cattolica stampa italiana. Con l’inizio del Giubileo straordinario della misericordia ha ideato lo speciale “Il Giubileo di Francesco”, in onda su Rai1 e ha seguito i viaggi del pontefice a Cuba, Stati Uniti e Messico. È stato autore di numerosi libri e saggi giuridici.
I funerali si svolgeranno mercoledì 10 maggio a Napoli.
Manfredi: grave perdita per Napoli e per il giornalismo
La morte di Massimo Milone “è una grave perdita per Napoli e per tutto il giornalismo italiano”. Lo dice il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. “Massimo Milone era uno straordinario professionista di grande sensibilità. A lui va la gratitudine e il ricordo della città”.
”L’ Usigrai ricorda con affetto Massimo Milone, improvvisamente e prematuramente scomparso”. Così in una nota l’Esecutivo Usigrai ricorda Massimo Milone, già direttore di Rai Vaticano e caporedattore centrale del Tgr, morto oggi a 67 anni. ”Una vita spesa in Rai e per la Rai quella di Massimo Milone – scrive l’Usigrai – prima alla redazione della Tgr di Napoli, di cui era stato capo redattore centrale, poi alla guida di Rai Vaticano, da cui era andato in pensione poco tempo fa”.
Usigrai: “Una vita spesa in Rai e per la Rai”
“Personalità estroversa, vivace, uomo di dialogo – si legge ancora nella nota – costruttore di ponti e di relazioni, sulla scia di quella tradizione cattolico- democratica fermamente convinta che la Rai dovesse essere un pilastro di democrazia, servizio pubblico dalla parte dei cittadini, libera dai dettami della politica. L’Usigrai – conclude – si stringe intorno alla famiglia, ai colleghi, agli amici e a quanti gli hanno voluto bene”. (RaiNews)