Le imprese del Sud hanno in organico una presenza di manager nettamente inferiore rispetto al Centro Nord. E’ quanto emerge dall’indagine condotta da Osservatorio Manager, che ha preso in esame dati forniti da Inps, Unioncamere Excelsior e Istat.
Nel Mezzogiorno i dirigenti, rispetto al totale della categorie professionali, sono appena il 6 per cento contro il 72 per cento del Nord e il 21 per cento del Centro.
I Quadri, invece, al Sud sono l’11 per cento contro il 67 per cento del Nord e il 22 per cento del Centro. I settori nei quali maggiormente si evidenzia il divario Sud-Nord sono Manifatturiero (5 per cento contro 79 per cento), Commercio (4 per cento contro 84 per cento), Attività professionali e scientifico-tecniche (4 per cento contro 76 per cento), Informazione e Comunicazione (4 per cento contro 62 per cento), Finanza e Assicurazioni (5 per cento contro 76 per cento), Immobiliare (3 per cento contro 73 per cento).
Molto dipende dal forte decremento di figure manageriali causato dalla crisi economica: tra il 2008 e il 2016 le imprese meridionali hanno perso circa 8mila unità, passando da 126.000 a 118.000 dipendenti totali.
Grandi differenze anche per quanto riguarda i compensi: un manager di un’azienda del Nord guadagna in media 144.000 euro lordi l’anno contro i 109.000 di un suo omologo del Sud.
Divario consistente anche in prospettiva: secondo i dati di Unioncamere Excelsior (anno 2017) le entrate previste, per quanto concerne i dirigenti, sono 4.440: di queste 3.540 al Nord, 580 al Centro e solo 320 al Sud.
Quanto al passaggio da ingresso in azienda ad assunzione si rileva come dei 4.440 dirigenti 2.850 resteranno in pianta stabile: il 77 per cento troverà sistemazione al Centro, il 64 per cento al Nord e il 40 per cento al Sud.
Le cause di questo divario risiedono maggiormente nella visione culturale delle aziende meridionali, composte nel 95 per cento dei casi da famiglie che preferiscono distribuire gli incarichi all’interno dei propri nuclei piuttosto che affidarsi a manager esterni. Tra le concause, secondo quanto rileva Osservatorio Manager, vi sono una disciplina legislativa poco favorevole alle assunzioni e un carico fiscale e retributivo che rende molto complicato, per un’impresa di micro o piccole dimensioni, dotarsi di figure professionali specializzate.