da Medici Senza Carriere riceviamo e pubblichiamo
In un momento così difficile per i camici bianchi in Campania l’ultima cosa da fare è la demagogia e passerelle mediatiche. Lo scrive a chiare lettere “Medici senza Carriere” in una nota inviata alla stampa.
C’era una volta l’unità dei camici bianchi, che tutti insieme lottavano per sconfiggere il terribile male rappresentato dal Corona Virus, che tante vittime sta mietendo nel mondo. I medici,
in ogni ordine di impegno e struttura ove svolgevano la professione, venivano guardati con rispetto ed ammirazione, poiché erano l’ultimo baluardo tra la vita e le conseguenze del
Covid.
In realtà è ancora cosi. Tutti gli operatori sanitari stanno dando fuoco a tutte le energie per contrastare gli effetti malefici di questa Pandemia, affrontata in condizioni pessime per chi è in prima linea, siano essi medici di famiglia, ospedalieri, liberi professionisti, odontoiatri, infermieri e quant’altro. Purtroppo però, assistiamo ad atteggiamenti e comportamenti che ledono la
dignità, il rispetto per questi operatori ed anche tra gli operatori sanitari stessi.
In Campania, come in ogni regione, abbiamo una Unità di Crisi che dovrebbe fronteggiare la emergenza e tutto quello che ne deriva. Da questa istituzione, da molto, troppo tempo, si assiste al tiro al piccione da parte di chi dovrebbe, da un lato, organizzare i protocolli, le procedure di intervento, e dall’altro, sostenere e difendere una Categoria che sta pagando con la vita l’impegno quotidiano di una lotta in prima linea. Ma tutto questo non avviene. Anzi.
Qualcuno si erge a moralizzatrice e fustigatrice dei Medici di Medicina di Famiglia, esponendo questi professionisti alle critiche (nella migliore delle ipotesi) di chi vive un senso di abbandono quando risulta affetto da Covid.
Ma veniamo ai fatti. Da qualche settimana la nostra eroina non perde occasione per evidenziare che Lei si reca a casa dei pazienti Covid per visitarli, mentre molti colleghi non si sono mai recati a casa degli stessi.
Non solo, ma la stessa paladina della “Sanità fai da te” si sta molto spendendo perché gli stessi MMG effettuino i tamponi a pazienti in dubbio di positività presso i propri studi.
Ora, chi ha un ruolo pubblico, oltre che fare, DEVE SAPER FARE e SAPER ESSERE. Come non rendersi conto che praticare i tamponi presso uno studio contempla la possibilità di un contagio dell’operatore, dello studio, degli ambienti usati per raggiungere lo studio e le persone presenti o che da lì a poco possono soggiornare in quell’ambulatorio? E come non rendersi conto che certe frasi non fanno altro che aizzare l’ira di chi è positivo contro i propri colleghi? Possibile che non ci renda conto della pericolosità di certe condotte?
Chi si trova a casa ed è positivo, vive nella paura di aggravarsi perché non sa se troverà un posto in ospedale (e questo non lo hanno determinato i medici di medicina generale), sa che non troverà con facilità una bombola di ossigeno (ed anche questo non è colpa dei MMG), sa che se pure sarà obbligato a stare casa dovrà pagare ogni tassa e debito con lo Stato (e mi perdoni ma nemmeno questo è imputabile al Medico di Famiglia), allora cerca proprio, senza volerlo, una figura sulla quale scaricare la propria frustrazione.
A tutto questo la nostra meritoria collega aggiunge di andare in TV a mostrare come Lei si veste e si spoglia per andare a casa di di non farlo, fornisce cattive informazioni. Poiché i medici delle USCA, unici formati ad effettuare la delicatissima manovra di vestizione e svestizione, che è il momento più delicato per le alte possibilità di contagio, ci dicono che per fare queste cose bisogna essere in DUE, altrimenti in rischio di un contagio diventa
altissimo.
Come non rendersi conto che un siffatto atteggiamo a più di una conseguenza:
1. Espone i medici a critiche, che in un momento tanto delicato può assumere conseguenze terribili;
2. Espone gli stessi a rischio di contagio, con conseguenze sulla propria salute e su quella dei propri pazienti;
3. Espone la categoria alla quale pure appartiene la nostra paladina, ad una delegittimazione che non meritano;
4. Espone professionisti, per buona parte anziani di servizio, a fare cose che non sono in grado, per formazione, età, elasticità, di fare;
5. E, soprattutto, carica la categoria sanitaria di responsabilità che appartengono ad altri, che stanno in altri palazzi e che hanno ruoli di coordinamento e gestione della sanità!
Con la presente si stigmatizza e si ritiene riprovevole il comportamento di qualche collega che continua a fare del protagonismo sulla pelle di colleghi e sulla salute dei cittadini.
Ci auguriamo che il Presidente della Giunta Regionale e tutta l’Unità di Crisi della Regione Campania, vogliano porre fine a un comportamento assurdo, deleterio e dannoso per tutti!
In più noi, Medici senza Carriere, riteniamo che vi siano gravi violazioni del Codice Deontologico dei Medici da parte della super dottoressa. Siamo certi che l’attuale Presidente e il Consiglio, ancora in carica, in maniera integerrima e obiettiva, procedano nella sede opportuna per sanzionare la signora Medico napoletana.