Medici senza carriere: dpi subito ai medici di medicina generale lombardi, class action contro i dg delle asl, accelerazione delle pubblicazione e assegnazione degli ambiti carenti.

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Oramai è un bolettino di guerra. Quotidianamente dobbiamo assistere alla morte dei Medici di Famiglia e di Continuità Assistenziale nella lotta al COVID 19. Medici in trincea, come soldati, ma soldati senza armi e senza scudi. I Medici di Famiglia sono il primo contatto sanitario per i Cittadini e la peculiarità della Medicina Generale è il contatto diretto, di persona tra il medico e il paziente. E’ naturale chiedersi come sia possibile poter esercitare liberamente senza dispositivi di protezione individuali (DPI), riuscendo a visitare i pazienti senza potersi contagiare e senza poi trasmettere il contagio ai pazienti stessi. In un paese civile ci si sarebbe aspettato che i medici di famiglia fossero stati protetti e preservati da un’infezione di cui ancora non si conoscono le terapie con cui affrontarla. Anche perché esporre all’infezione i medici di medicina generale, oltre a fargli correre un grosso rischio di ammalarsi e di diventare vettori di infezione, significa rischiare di perdere, in grave carenza di medici di medicina generale su tutto il territorio nazionale, risorse umane in un momento di emergenza sanitaria. Invece i medici di famiglia e di Continuità Assistenziale sono stati lasciati a loro stessi poiché le Aziende Sanitarie Locali hanno omesso e, in alcuni casi, addirittura rifiutato la fornitura di DPI. L’ovvia conseguenza è stata che parecchi dei medici si sono ammalati e molti dei quali sono deceduti, soprattutto in Lombardia, la regione più colpita dal coronavirus.

Alla negligenza di Regioni e Aziende Sanitarie Locali sta cercando di sopperire la Protezione Civile con il rifornimento di mascherine e guanti. Solo che la Protezione Civile decide di fornire tali dispositivi agli Ordini Provinciali dei Medici. E anche in questo caso non viene preso in considerazione che bisogna tutelare prioritariamente i Medici di Medicina Generale, dato che gli Ordini devono ripartire maschere e guanti a tutti gli iscritti degli Ordini stessi, mentre tali dispositivi vanno dati in questo momento ai Medici di Famiglia e di Continuità Assistenziale. Ogni singola mascherina FFP2 e FFP3 hanno una durata di circa otto ore e sicuramente fornirne di numero maggiore a chi effettivamente ne ha bisogno, significa prendere delle decisioni funzionali e non politiche all’italiana, della serie “diamone un po’ a tutti”, che ha come risultato la mancata tutela della Categoria più esposta.

Ciliegina sulla torta è stato un emendamento al Senato con primo firmatario l’On. Salvini, che avrebbe dato l’immunità ai Direttori Generali delle ASL e ai datori di lavoro di tutti gli operatori della Sanità. Ciò avrebbe avuto come conseguenza il mancato risarcimento danni ai familiari dei medici deceduti a causa dell’infezione di COVID 19, in quanto i responsabili sarebbero stati indenunciabili. Parlo al condizionale poiché, grazie alla mobilitazione dei Medici sui social network indetta da Medici senza Carriere, l’emendamento è stato ritirato.

 

Medici senza Carriere chiede che i DPI siano distribuiti tutti ai Medici di Medicina Generale, ad iniziare dai Medici di Famiglia e di Continuità Assistenziale della Lombardia, che è la regione più colpita e con più perdite umane; chiede una class action insieme a tutte le associazioni sindacali di Categoria per denunciare i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Locali di tutta Italia per le loro mancanze nei confronti della Categoria; chiede che i processi di pubblicazione e assegnazione degli ambiti carenti di medicina generale siano accelerati, dato l’aumento del numero dei medici di medicina generale che vanno in pensione e, quindi, la cospicua carenza che sia allarga provincia per provincia mese dopo mese.

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