<Un medico di medicina generale di Volla, del distretto 50, Giuseppe Iaquinta, è stato aggredito da due pazienti nel proprio ambulatorio mentre lavorava, mettendo la sua opera al servizio dei cittadini. La causa dell’aggressione è scaturita dalla pretesa da parte dei pazienti, marito e moglie, di pretendere un’esenzione che non era prevista per quelle patologie. L’aggressione è stata prima verbale e poi fisica. Sul posto sono intervenuti i carabinieri > così Luigi De Lucia, Segretario Regionale Campania del Sindacato Medici Italiani solidarizza con il medico aggredito nella città in provincia di Napoli, denunciando l’accaduto.
< Non possiamo stare più in silenzio sul ripetersi di episodi di violenza contro i medici di famiglia, che nella pandemia sono stati esposti a grandi rischi, pagando in molti casi con la vita il loro impegno professionale sul campo>.
<Questa ennesima aggressione conferma una tendenza che da tempo descrive i medici di famiglia come nullafacenti, che non hanno voglia di lavorare, arrivando finanche a dipingerli come coloro che non risponderebbero alle telefonate dei loro pazienti; niente di tutto vero! La campagna di denigrazione contro i medici, invece, contribuisce ad alimentare reazioni rabbiose dei pazienti come quelle avvenute a Volla>.
<Bisogna, per queste ragioni, ricostruire su basi nuove il rapporto fiduciario tra medico e paziente, che deve essere basato sul rispetto e sulla solidarietà; allo stesso tempo, però, abbiamo il dovere di denunciare pubblicamente queste aggressioni per tutelare e difendere tutti i medici>.
<Occorre, conclude De Lucia, un impegno delle istituzioni di prossimità (Regione e Comuni) per permettere che la professione medica venga esercitata, così com’è avvenuto negli ultimi 50 anni, con amore e con passione verso i pazienti. Ci sembra, ormai, chiaro che non bastono solo le leggi a tutelare dalle violenze i medici e gli esercenti delle professioni sanitarie, ma occorrono misure aggiuntive di tutela e di protezione per tutti i medici e per tutti i sanitari>.