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Sono oltre 20 milioni gli italiani, di ogni fascia di età (giovani e meno giovani) che, quotidianamente, vorrebbero ricominciare – dopo oltre 6 mesi di blocco a singhiozzo ! – ad usufruire dei settori della ristorazione (tavole calde e ristoranti) con possibilità di sedersi ai tavoli, certo in massima sicurezza, anche per consumare un semplice caffè o magari una pizza ed invece, con i vari DPCM Conte/Draghi, sono stati costretti al solo asporto, con tutto ciò che ne consegue. Sulla ristorazione abbiamo numeri alquanto considerevoli : oltre 20 mila piccole imprese, 150.000 dipendenti e un fatturato complessivo (per il 2019) di circa 35 miliardi di euro.
Davanti alla drammatica e drastica situazione che va avanti da ottobre 2020, ovvero quella di consentire (salvo alcuni periodi ed alcune eccezioni) solo l’asporto di bevande e cibi a qualsiasi ora del giorno e non più la consumazione in loco, molti gestori del settore hanno deciso, tramite l’Associazione Giustitalia, di presentare un provvedimento d’urgenza (ex art. 700 cpc) al Tribunale del Capoluogo di Regione per la riapertura immediata, in massima sicurezza, anche in orario serale per la cena delle proprie attività.
I gestori sono consapevoli che questo momento storico è alquanto particolare, ma prima o poi la vita riprenderà (almeno si spera). E allora la gente si renderà conto che un terzo dei locali ha chiuso, forse per sempre, perché non ci sono aiuti dallo Stato.
Chi esercita professionalmente attività imprenditoriale di ristorazione sono mesi che non ha entrate, a parte piccolissime e sporadiche parentesi dovute alle zone gialle, e deve (comunque) pagare gli affitti, i dipendenti, e ci sono famiglie che vivono su queste attività. E poi ci sono anche decine di migliaia di lavoratori precari che vivono di stipendi mensili ora azzerati: camerieri, musicisti, cassieri, ecc.
Tramite più ricorsi ai Tribunali Ordinari, patrocinati dagli Avvocati dell’Associazione Giustitalia, gli esercenti del settore chiedono alla Magistratura Ordinaria di intervenire con un provvedimento d’urgenza che scongiuri una disastrosa ed irreparabile crisi aziendale ed economica.
Oltretutto – e non è cosa da poco – prevedere una riapertura incerta o lontana nel tempo e la conseguente privazione di luoghi che possono essere messi in sicurezza e ben controllati dalle Forze dell’Ordine potrebbe comportare il rischio concreto di “aggregazioni selvagge ed abusive” (soprattutto da parte dei ragazzi) in luoghi privati improvvisati con i cibi di asporto e le bevante per aperitivi incontrollabili.