“Non servirà ai precari, aumenterà il costo del lavoro anziché diminuirlo, favorirà il lavoro nero e dividerà ancora di più il Paese. Per queste e altre ragioni la proposta di un salario minimo orario, nelle due versioni depositate in Parlamento da Pd e M5S, non serve al mercato del lavoro”.
Così Severino Nappi, presidente dell’associazione Nord e Sud durante l’incontro dal tema ‘A che serve il salario minimo?’ a Napoli presso l’Hotel Palazzo Alabardieri che ha coinvolto l’intero mondo del lavoro e dell’impresa campano e nazionale. “Questa misura sembra scritta da marziani, col solo fine della propaganda: una versione 2.0 del Reddito di Cittadinanza. Il 30% degli italiani svolge lavori precari e saltuari, consegna pacchi e cibo, opera nei cell center, lavora al nero, oppure un paio d’ore al giorno o solo nei fine settimana. Sono i primi a dover ricevere sostegno, diritti e salari dignitosi. E invece loro sono addirittura esclusi, per legge, da questa proposta. Altro che più diritti. E per i lavoratori del Sud c’è addirittura il rischio di guadagnare di meno con l’introduzione di trattamenti differenziati a parità di lavoro. La nostra proposta è chiara. Invece di imbarcare l’Italia in un’altra avventura sulle politiche del lavoro -conclude- attuiamo dopo 70 anni l’articolo 39 della nostra Costituzione: contratti collettivi obbligatori per tutti, siglati da sindacati finalmente sottoposti a controlli di legalità sulle regole e sugli accordi. E tagli al costo lordo del lavoro invece di incentivi a pioggia”.