Un provvedimento previsto nel decreto-legge crescita, in corso di discussione dal parlamento italiano, sta sollevando forti polemiche e un dibattito molto acceso nel settore energetico.
L’oggetto della controversia è una norma che va a garantire la continuità del servizio della compagnia Alitalia attraverso un prelievo dei soldi derivanti dalle bollette per la luce e gas.
L’Autorità per l’energia ARERA ha lanciato l’allarme, attraverso una segnalazione in Parlamento, per l’introduzione di questa norma che prevede la possibilità di utilizzare 650 milioni di euro presenti sui conti della Cassa per i servizi energetici per andare a coprire finanziariamente la continuità del servizio svolto dalla compagnia aerea Alitalia.
Secondo il comunicato dell’Autorità, la distrazione di tali fondi andrebbe a provocare conseguenze importanti per l’attività del settore energetico, soprattutto nel caso d’improvvisa crescita del costo energetico, che non potrebbe più essere calmierato dalla messa a disposizione di questa cassa, con la conseguenza che il peso di tali aumenti andrebbe a ricadere in toto sulle bollette e sulle casse degli italiani.
Il fondo mette da parte una cifra che si aggira tra gli 1,5 e 2 miliardi di euro, ma togliendo i 650 milioni necessari al salvataggio di Alitalia si corre il rischio che la somma rimanente non sia sufficiente a tamponare le possibili conseguenze di un possibile rincaro dei prezzi.
Questo andrebbe a determinare un ulteriore peso sul costo generale della luce e del gas, in un momento in cui, grazie anche al prossimo arrivo definitivo del mercato libero, le offerte gas e luce sono diventate molto più economiche che in passato, grazie all’intervento nel settore di aziende come E.ON, che da anni è un riferimento nella promozione dell’efficientamento energetico e nella produzione di energia attraverso le fonti rinnovabili, garantendo tariffe flessibili ed economiche adatte a ogni genere di esigenza.
Il provvedimento in corso di studio da parte del Governo non ha un effetto diretto sulle bollette, attraverso una cifra aggiuntiva da includere nelle stesse, ma va ad attingere dal fondo dell’istituto delle compagnie energetiche.
Un’ipotesi che agli attori del settore energetico e ai contribuenti sembra una presa in giro, considerato che ancora una volta si va a finanziare con soldi pubblici la compagnia area di bandiera italiana, che da decenni versa in condizioni di bilancio precarie.
Secondo l’ARERA, il cui capofila in questa battaglia è Stefano Bessenghini, la norma prevista nel dl crescita dovrebbe essere modificata, durante il procedimento della conversione in legge, al fine di assumere un carattere di straordinarietà, una tantum, e riferita solamente all’anno 2019