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Con un’economia interconnessa, abbiamo visto come è emersa una grave crisi energetica internazionale; la comparsa di problemi di approvvigionamento di cereali che minacciano una carestia che potrebbe colpire i paesi più poveri del pianeta; il timore di un nuovo disastro nucleare poiché le aree in cui operano le centrali nucleari diventano zone a rischio.
In particolare la classe operaia ha subito le conseguenze che questa nuova crisi sta producendo nelle nostre società europee: aumento inarrestabile dell’inflazione, che svaluta i nostri stipendi e riduce il potere d’acquisto, posti di lavoro a rischio e minacce come l’imposizione di nuove politiche di austerità, energia compresa.
Tutto questo si concretizza in scioperi e azioni di denuncia che attraversano l’Europa. Alla fine del mese scorso abbiamo partecipato a una call in Francia e il 15 ottobre ci sarà una manifestazione a Madrid per denunciare lo sviluppo di una situazione che minaccia di aumentare ulteriormente le gravi disuguaglianze sociali esistenti.
I sindacati di base e conflittuali si sostengono e si mobilitano per protestare contro l’aumento dei salari e a sostegno della resistenza non governativa ucraina, nel caso dei sindacati francesi, e contro la Guerra e l’economia di guerra, nel caso dei sindacati italiani, che il prossimo 2 dicembre scenderanno in piazza in tutta Italia.