La Campania si conferma una delle regioni più in difficoltà d’Italia sul fronte dei pagamenti commerciali, con solo il 21,9% delle imprese che paga i fornitori alla scadenza; soltanto Sicilia (19,5%) e Calabria (21,8%) registrano performance peggiori nei pagamenti puntuali. Un risultato inferiore alla media dell’area Sud e Isole (pari al 23,2%) e ancora più negativo se si guarda alla media nazionale, lontana quasi tredici punti percentuali (35,6%). Cattive notizie arrivano anche dai ritardi gravi, le fatture saldate oltre 30 giorni dopo i termini pattuiti, uno dei principali indicatori dello stato di salute delle imprese: la Campania è la regione più ritardataria d’Italia, col 22% di pagamenti oltre il mese, contro il 19,8% della media dell’area Sud e Isole e il 12% della media nazionale. Tuttavia, il trend più recente invita a ben sperare per il futuro, dal momento che in un solo anno i pagamenti puntuali sono cresciuti del 5,3% e i ritardi gravi sono scesi del 16%. Il 56,1% delle imprese, dati aggiornati a fine marzo 2017, invece paga entro il mese di ritardo.
A diffondere i dati è lo Studio Pagamenti, aggiornato a fine marzo 2017, realizzato da CRIBIS, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha studiato i comportamenti di pagamento di 424.400 imprese campane. Una situazione, quella dei pagamenti, che continua a scontare le difficoltà e le insicurezze degli anni di crisi, ma che nell’ultimo periodo sembra aver invertito il trend negativo. Certamente, se si guarda al confronto con la situazione del 2010, lo scenario attuale presenta ancora molte ombre: i pagamenti alla scadenza sono diminuiti del 27,5%, mentre i ritardi oltre il mese segnano addirittura un +109,5%.
Imprese di Napoli penultime in Campania per la puntualità nei pagamenti commerciali, con solo il 20,7% delle imprese che paga i fornitori alla scadenza; soltanto le imprese di Caserta (20,3%) sono meno puntuali a livello regionale. Un risultato inferiore sia alla media regionale, pari al 21,9%, sia alla media dell’area Sud e Isole, pari al 23,2%, e lontano oltre quindici punti percentuali dalla media nazionale (35,6%). Le imprese napoletane si classificano penultime anche sul fronte dei ritardi gravi, con il 22,9% delle imprese che salda le fatture a più di un mese di distanza dai termini pattuiti, anche in questo caso superate in ritardo solo dalle imprese di Caserta; una performance sotto la media a tutti livelli, da quello regionale (22%), passando per il macroregionale (19,8% la media dell’area Sud e Isole), fino al nazionale (12%). La posizione di Napoli migliora se si considerano i pagamenti entro i 30 giorni di ritardo: in questo caso, le imprese napoletane salgono al terzo posto in Campania, con il 56,4% di ritardi entro il mese, contro il 56,1% della media regionale, il 57% della media dell’area Sud e Isole e il 52,4% della media italiana. Sono alcuni dei risultati dello Studio Pagamenti di Cribis, società del Gruppo CRIF specializzata nella business information, aggiornato a marzo 2017, che dimostrano come le imprese di Napoli non abbiano ancora superato le difficoltà degli anni di crisi e siano poco affidabili dal punto di vista commerciale, soprattutto se paragonate con la media nazionale. Il confronto con la situazione del 2010 conferma il quadro di generale difficoltà e incertezza in cui versano le imprese napoletane: le imprese puntuali, infatti, sono scese di oltre otto punti percentuali, passando dal 29% al 20,7%, mentre i ritardi gravi sono più che raddoppiati, passando dall’11,3% al 22,9%.
Entrando nel dettaglio delle singole province, le imprese di Avellino si aggiudicano il primo posto per puntualità, con il 25,3% delle aziende che salda le fatture alla scadenza. Sul podio anche le province di Benevento, col 24% di imprese puntuali, e Salerno, col 23,2% di aziende che pagano i fornitori nei termini pattuiti, seguite dalle imprese di Napoli (20,7%). Maglia nera alla provincia di Caserta, che chiude la classifica regionale col 20,3% di imprese puntuali.
“Le imprese campane, come evidenziano i nostri dati, sono fra le meno affidabili in Italia a causa delle difficoltà a smaltire gli effetti di una congiuntura economica che è stata negativa per molti anni. Tuttavia, nell’ultimo anno ci sono stati importanti segnali che fanno presagire un’inversione di rotta, con i pagamenti puntuali che sono cresciuti del 5,3% e i ritardi gravi che sono calati del 16% – commenta Marco Preti, Amministratore delegato di CRIBIS -. Il calo dei pagamenti oltre il mese di ritardo va sicuramente interpretato come un indicatore del miglioramento dello stato di salute delle imprese campane. Anche i fallimenti, altro importante indicatore, mostrano infatti ormai da un paio d’anni una costante riduzione. Le stesse aziende però mettono in evidenza che in questi anni hanno dovuto fronteggiare una situazione difficile, caratterizzata da una riduzione del giro d’affari e una crescita dei ritardi nei pagamenti e degli insoluti. Tutto ciò è quindi la dimostrazione di come la gestione del credito commerciale sia diventata un fattore centrale della vita aziendale, insieme alla qualità dei prodotti e alle strategie commerciali”.