Droni, laser, ricostruzioni in 3D: le nuove tecnologie sono grandi protagoniste nei nuovi scavi di Pompei che puntano a riportare alla luce un intero quartiere a Nord della città, rimasto inesplorato dalla tragica eruzione del 79. Esteso per mezzo ettaro nella Regio V, comprende un vicolo completamente sepolto con gli edifici limitrofi, incluse case, botteghe e taverne.
“Prevediamo grandi scoperte”, dice all’ANSA il direttore generale del Parco Archeologico Massimo Osanna, che alle 18,00 è al Politecnico di Milano per parlare del futuro delle scienze dei beni culturali nell’ambito del ciclo di incontri ‘Arte e scienza‘. L’evento aperto al pubblico è guidato dal direttore del Dipartimento di Matematica del Politecnico, l’archeoastronomo Giulio Magli, ed è stato trasmesso in diretta streaming dal Canale Scienza e Tecnica dell’ANSA.
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“I lavori – racconta Osanna – sono cominciati per un’esigenza di consolidamento del fronte di scavo e hanno già permesso di rimuovere gli strati post antichi, arrivando ai resti piroclastici dell’eruzione del 79 che inglobano le strutture crollate. Lo scavo sarà condotto in modo stratigrafico e per la prima volta si avvarrà di tecniche per il rilievo come droni e laser scanner, che permetteranno di ricostruire i volumi in 3D. Troveremo probabilmente i crolli dei secondi piani degli edifici, dunque sarà importante documentare tutto lo scavo con telecamere continue, in modo da fare il restauro in modo filologico”. La palla passerà poi al laboratorio di ricerche applicate, per lo studio di pollini e piante e la datazione dei reperti organici. (ANSA)