Ricarica rapida e smartphone: tutto quello che hai sempre voluto sapere

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Al giorno d’oggi gli smartphone vengono venduti al pubblico con una caratteristica molto sbandierata ovvero un’elevata velocità di ricarica, in grado di rendere ridicoli i tempi delle precedenti generazioni di prodotti.

Al giorno d’oggi le tecnologie più popolari si basano su dei protocolli condivisi come il PPS o Programmable Power Supply o o standard ’USB-PD 3.0 (USB Power Delivery).
Queste tecnologie, in breve, cercano di ricaricare la batteria utilizzando un particolarmente voltaggio, così da minimizzare il processo di degradazione della batteria offrendo nel frattempo tutta l’energia di cui si può aver bisogno.

Come funziona la ricarica rapida?

Il processo di carica di uno smartphone si può sintetizzare in tre passaggi: carica, saturazione e mantenimento.

Nella fase di carica l’energia elettrica viene immessa nella batteria dello smartphone, nella fase di saturazione il voltaggio raggiunge il suo valore di picco e la corrente inizia a diminuire (poiché la batteria è carica) mentre nella fase di mantenimento l’energia elettrica viene immessa nel circuito in maniera saltuaria, giusto per mantenere al massimo la batteria.

La fase interessante per la ricarica rapida è la prima e si basa molto sul wattaggio del caricatore. Per molti anni lo standard della ricarica rapida è stato di 30W mentre al giorno d’oggi non è strano trovare caricatori in grado di raggiungere i 55 o 65W.

Simili wattaggi implicano che un telefono moderno dotato di batterie a ioni di litio sia in grado di caricarsi da 0 a 100% in circa mezz’ora.

Chiaramente la tecnologia non si vuole fermare qui: ci sono progetti per caricatori ancora più rapidi, in grado di raggiungere i 100 o 120W. Non è difficile capire perché si vogliano raggiungere tali risultati: tra tutte le caratteristiche di un telefono la velocità di carica è sicuramente quella che interessa il più vasto numero di utenti in assoluto.

Falsi miti sulla ricarica rapida

Questa modifica dei processi di ricarica ha portato alla nascita di molte domande di carattere tecnico sulla sicurezza del processo.

Il maggiore wattaggio, secondo alcuni, porta le batterie a deteriorarsi prima a perdere rapidamente capacità; altre volte ci si chiede se è necessario scaricare completamente la batteria per poi fare un ciclo di carica completo da 0 a 100 per potersi assicurare il miglior funzionamento.

Queste preposizioni sono entrambi false e le motivazioni sono semplici: il deterioramento della batteria dipende dal numero di cicli di carica massimi (e per ciclo di carica si intende andare da 0 a 100%, fare da 50 a 100% è un mezzo ciclo di carica) e non dalla velocità con la quale questo processo avviene.

Discorso diverso riguardante il ciclo di carica completo: questo poteva risultare utile per le vecchie batterie miste nickel cadmio ma non per quelle attuali; gli ioni di litio non hanno questo genere di problemi.

Qual è l’unica vera minaccia per la batteria di uno smartphone?

C’è un parametro che influisce molto sulla qualità della ricarica rapida: la temperatura della batteria. Le batterie a ioni di litio infatti sono molto sensibili alle variazioni della temperatura e sono particolarmente delicate nel caricamento da 0 a 20%.

Questo che vuol dire? Che la carica del telefono va fatta evitando la luce del sole diretta (per evitare di aumentare la temperatura dello smartphone) e va fatta garantendo il ricircolo d’aria: addio ai cellulari messi a caricare sotto i cuscini, in sostanza.

Conclusioni

Resta poco da chiarire sulla natura della ricarica veloce delle batterie ed un po’ più da sapere, invece, su quale telefono acquistare. Il HONOR 70 prezzo lo rende uno dei telefoni più interessanti in circolazione, complice anche la carica veloce a ben 66W che permettono di ottenere un telefono a buone percentuali in decine di minuti.

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