Ucraina, Liverini (Assalzoo): canali di approvvigionamento alternativi o la produzione si ferma.

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“Se non si attivano canali di approvvigionamento alternativo, sarà inevitabile il blocco della produzione mangimistica, con conseguenze devastanti per gli allevamenti, con la necessità di abbattimento degli animali presenti nelle stalle e il crollo delle produzioni alimentari di origine animale, come carni bovine, suine e avicole, latte, burro e formaggi, uova e pesce”.

È il grido d’allarme che lancia Michele Liverini, presidente reggente di Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici) nonché titolare dell’omonima azienda con sede a Telese Terme, in seguito al conflitto in Ucraina che sta avendo pesantissime ripercussioni sul mercato delle materie prime agricole e, in particolare, del mais, coinvolgendo l’intera Europa dell’Est che sta bloccando le esportazioni.

“La situazione è ormai a un livello di allarme massimo, non solo con prezzi assolutamente fuori controllo (le quotazioni del solo mais sono raddoppiate rispetto al periodo pre-pandemia) – continua Liverini – ma con il pericolo che la situazione potrebbe ora precipitare del tutto, tenuto conto che oltre alla perdita del mais ucraino è stato annunciato il blocco delle esportazioni di mais anche dall’Ungheria, principale fornitore di mais verso l’Italia, con circa il 35% del mais importato. Al momento l’unica alternativa praticabile appare quella di rivolgersi al mercato americano con particolare riguardo agli Usa e all’Argentina, ma appare evidente che sono notevoli le problematiche di carattere sia logistico – occorrono dalle 5 alle 8 settimane per l’arrivo delle navi – che qualitativo”.

Assalzoo, aderente a Federalimentare/Confindustria, (che rappresenta l’industria mangimistica italiana con un fatturato di quasi 8 miliardi di euro, circa 8.300 addetti, escluso l’indotto, e una produzione che supera i 15 milioni di tonnellate) “chiede l’adozione di misure urgenti per gestire l’emergenza, favorendo l’import di mais per scongiurare il profilarsi di una vera e propria debacle della zootecnia nazionale. Al contempo, chiede di mettere in atto di un piano immediato di incentivi per favorire la coltivazione di ulteriori superfici a mais”. (ANSA).

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