«Nonostante gli sforzi compiuti dal governo nazionale per risolvere positivamente la vertenza Whirlpool, gli esiti della riunione tenuta oggi al Ministero ci rassegnano forti preoccupazioni sul futuro dei lavoratori dello stabilimento di Napoli e dell’intero indotto campano, a causa della chiusura manifestata dall’azienda». Ad affermarlo è Giovanni Centrella, coordinatore nazionale della Cisal Metalmeccanici.
«La proposta avanzata dal ministro Di Maio – continua il dirigente del sindacato autonomo – di approvare un provvedimento ad hoc, per consentire una consistente decontribuzione per la società, del valore di 17 milioni di euro, al fine di garantire la continuità produttiva della struttura partenopea e di salvaguardarne i livelli occupazionali è sicuramente un’opportunità concreta e significativa per un’azienda che voglia consolidare la posizione sul mercato e rilanciare i propri stabilimenti. Purtroppo però la risposta dei vertici della multinazionale è stata assolutamente inadeguata e deludente. Le ipotesi paventate dal management per uscire dalla crisi hanno smentito, nei fatti, gli annunci delle scorse settimane, in merito alla disponibilità a non dismettere l’impianto partenopeo».
«I problemi – conclude Centrella – non si risolvono né nascondendosi dietro un dito, come abbiamo più volte sostenuto, né tantomeno erigendo muri. I vertici della Whirlpool non possono ignorare i grandi sforzi economici che le istituzioni pubbliche italiane hanno compiuto in questi anni, per sostenere una realtà produttiva importante, che peraltro – è bene ricordare – non vive una situazione di crisi, ma piuttosto il contraccolpo di scelte strategiche sbagliate, conseguenti all’espansione dell’azienda. Ma a pagare il prezzo di questi errori non possono essere i lavoratori. E’ pertanto inaccettabile che ci si ostini ancora a procedere lungo questa direzione. E’ necessario, invece, avviare rapidamente una seria riflessione, i cui obiettivi imprescindibili siano la continuità ed il rilancio della missione produttiva dello stabilimento di Napoli, unitamente alla tutela di tutti i posti di lavoro, compresi quelli dell’indotto. Altre opzioni non sono praticabili».